“Se il clima fosse una banca, sarebbe stata salvata da tempo”. lo dice uno dei cartelli della manifestazione di contestazione pacifica che si volge a fianco del G20. Anche sui social il dibattito è vivo, non sempre pacifico, come nelle strade di Amburgo. Tanti i commenti sul fatto che “i leader del G20 hanno raggiunto un compromesso sul commercio, ma combattono sul cambiamento climatico”. Sembra sia rimasto inascoltato anche l’appello lanciato al summit da Donald Tusk, il presidente del Consiglio europeo, a “sostenere le sanzioni delle Nazioni Uniti contro i trafficanti. È il minimo che si possa fare a livello globale”. Tusk si è anche rivolto attraverso Twitter ai leader musulmani, dopo che il summit ha approvato il documento strategico contro il terrorismo: “la vostra forte presa di distanza dall’estremismo islamico sarà un vero sostegno nella lotta contro il terrorismo”. Su un altro fronte, il politologo olandese Cas Mudde non ha mancato di commentare una foto in cui Ivanka Trump sostituisce il padre all’incontro del G20: “segnale definitivo di una repubblica delle banane in cui il potere politico è un affare di famiglia”.
Il fatto è che la “Banca mondiale ha appena annunciato un programma di prestiti pubblico-privato per sostenere le donne imprenditrici nei Paesi in via di sviluppo, iniziativa promossa proprio da Ivanka Trump. Il finanziamento iniziale di 325 milioni di dollari con donazioni dalla Germania, dagli Stati Uniti, dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti”, rilancia su twitter la testata egiziana Ahram. Gli appelli che viaggiano sui social ai leader sono tantissimi e ne citiamo solo due: in sostegno del direttore di Amnesty Turchia Idil Eser arrestato vicino a Istanbul, e a dare più attenzione ai bambini “attraverso l’uguaglianza dell’istruzione e fermando i matrimoni infantili”.