“La vita va difesa e protetta anche quando siamo in presenza di una malattia, che noi possiamo giudicare una malattia gravissima”. Così il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, commenta la vicenda del piccolo Charlie Garde. In un’intervista a Radio Vaticana, Bassetti sottolinea che “la questione è strettamente antropologica e soprattutto non si deve mai addolcire, peggio ancora anestetizzare la coscienza, sul fatto della vita perché la nostra vita è eterna, comincia su questa terra e durerà per sempre”. “Perché la vita va difesa e protetta?”, chiede il cardinale. “Il Papa – evidenzia – l’ha detto con una chiarezza estrema: perché non esiste nessuna vita che non sia degna di essere vissuta”. “Altrimenti cadiamo nella cultura dello scarto e questo è terribile perché ciò che si scarta vuol dire che è inutile. E allora – prosegue Bassetti – vorrebbe dire che esistono delle vite inutili che non sono degne di essere vissute”. “La vita, invece, è sempre un dono, una relazione”, ammonisce il presidente della Cei. “Pensate che forma di relazione è stata ed è di fatto la vita di Charlie: tutto il mondo in qualche modo si è concentrato attorno a lui – osserva – non solo la sua grande e nobile famiglia ma nazioni intere si sono concentrate attorno a questo fatto perché c’è una vita e perché la vita è relazione, capace di coinvolgere anche l’opinione mondiale”. “La vita – conclude – non è mai un fatto unilaterale: anche la vita di una sola persona sulla terra, ci coinvolge tutti”.

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