Papa Francesco l’ha pensata in uno dei momenti più inediti, commoventi ed eloquenti del Giubileo, in una piazza San Pietro popolata di migliaia di carcerati per la giornata dell’Anno della Misericordia a loro dedicata. Diventerà realtà il 19 novembre prossimo: la stessa piazza, nella prima Giornata mondiale dei poveri, si trasformerà in segno tangibile di una delle priorità del Pontificato, confessata ai vaticanisti di tutto il mondo già tre giorni dopo la sua elezione al soglio di Pietro: “Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!”. Non si contano, in quasi quattro anni e mezzo di Pontificato, i gesti senza precedenti del primo Papa della storia ad aver scelto il nome di Francesco verso quelli che la società considera gli ultimi, gli scartati. Per lui, i poveri non sono semplici destinatari di una buona pratica di volontariato, ma volti e storie che diventano “cattedra”, grazie alla testimonianza di fede vissuta tra le ferite che offrono alla Chiesa intera.
La Giornata mondiale dei poveri. Il mondo di oggi non sa, o non vuole, individuare in maniera chiara la povertà. Eppure i suoi mille volti ci interpellano ogni giorno – uomini, donne, bambini oltraggiati e offesi – di fronte ai quali la nostra ricchezza sfacciata non produce che indifferenza. Francesco li elenca tutti, questi volti, nel Messaggio per la prima Giornata mondiale dei poveri, e chiede a tutta la comunità cristiana di assumere lo stile di condivisione insegnato da Francesco d’Assisi a partire dall’incontro con il lebbroso. La proposta è audace: una settimana di iniziative da realizzare con i poveri, invitandoli a messa, nelle parrocchie nel quartiere, e aprendo le case per invitarli a pranzo. Come farà lo stesso Francesco, il 19 novembre, dopo la Messa in piazza San Pietro, quando in Aula Paolo Vi pranzerà con almeno 500 poveri.
Le Misericordine. Tutto è cominciato con le “Misericordine” distribuite una prima volta il 17 novembre 2013 in piazza San Pietro. E successivamente il 21 febbraio 2016 donate ai fedeli in piazza dai “volontari, tra i quali ci sono poveri, senzatetto, profughi e anche religiosi”. E ancora: il 6 aprile 2014 e il 22 marzo 2015. L’incarico, questa volta, era la distribuzione del Vangelo in formato tascabile. Dopo l’Angelus dell’Epifania di quest’anno, il libretto scelto per essere distribuito dai poveri, dai senzatetto e dai profughi insieme ai volontari è “Icone di misericordia”.
Auguri, pranzi e sorprese. Il 17 dicembre 2016 Francesco ha compiuto 80 anni, e i primi a fargli gli auguri sono stati otto senzatetto, due donne e sei uomini, invitati di prima mattina tra i presenti intorno a San Pietro. Ancora un gesto per dire “prima i poveri”, che godono della precedenza assoluta anche rispetto ai confratelli cardinali, con i quali avrebbe celebrato la messa nella Cappella Paolina poco dopo. Nei viaggi apostolici in Italia, quella del pranzo con i poveri è diventata ormai una consuetudine. Ci sono poi i fuori programma, come quello del 16 ottobre 2015, quando il Papa, al termine della riunione del Sinodo, poco dopo le 19, si è presentato senza preavviso nel nuovo Dormitorio per le persone senzatetto in Via dei Penitenzieri, inaugurato poco più di un mese prima.
Una “cittadella” per i senzatetto. La sorte dei “clochard” sta molto a cuore al Papa, che più volte si è scagliato contro l’indifferenza di una città come Roma verso di loro. Così, Francesco – tramite il suo “braccio operativo” per la carità, monsignor Konrad Krajewski, e l’attività dell’Elemosineria apostolica – ha voluto far sorgere intorno a “casa sua” una sorta di cittadella per i poveri. Poliambulatorio, docce e barberia sono arrivati sotto al colonnato di piazza San Pietro. Il dormitorio maschile di Via dei Penitenzieri ospita fino a 34 uomini. Il dispensario pediatrico c’era già, in una piccola struttura proprio alle spalle di Casa Santa Marta, così come c’era già la mensa affidata alle suore di Madre Teresa di Calcutta, sotto al palazzo dell’ex Sant’Uffizio, dove ora è attivo 24 ore su 24 anche il dormitorio femminile. Senza contare la distribuzione delle tessere telefoniche e il “pronto soccorso” fatto di piccoli aiuti in denaro, in genere dai 200 ai mille euro, per la gente che non ce la fa a pagare le bollette.
Rifugiati in casa. Due appartamenti dietro alle Mura Leonine sono stati riservati a famiglie di rifugiati provenienti da zone di guerra. È la risposta delle due parrocchie del Vaticano all’appello lanciato da Francesco durante l’Angelus del 6 settembre 2015: “Ogni parrocchia accolga una famiglia di profughi”.
Gli abbracci. Povero non è solo chi è privo dei mezzi di sostentamento: sono innumerevoli le carezze e gli abbracci nelle udienze del mercoledì, durante i viaggi e gli altri incontri pubblici ai malati e ai disabili. Memorabile il silenzio surreale in piazza San Pietro quando, il 6 novembre 2013, il Papa ha chiesto una preghiera per Noemi, affetta da una malattia genetica rara, l’atrofia muscolare spinale (Sma), che stava per morire. Poco prima, alla presenza dei suoi genitori, l’aveva accarezzata, baciata, benedetta. “È una di noi, facciamo un atto d’amore per lei”, ha detto commosso durante l’udienza.
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