“Il Concilio Vaticano II ha invitato tutte le congregazione religiose a percorrere il cammino verso le loro fonti carismatiche.
I fondatori e le fondatrici non sono soltanto delle brave persone, con una profonda esperienza della misericordia di Dio e una vita esemplare, ma riconosciamo in loro anche una speciale presenza dello Spirito Santo. Sono portatori di doni specifici dello Spirito alla Chiesa e per il mondo. Ogni carisma viene dato per contribuire alla costruzione del corpo della Chiesa e arricchire il suo servizio alla missione del Cristo in cui il Dio uno e trino riconcilia tutte le cose. Il riferimento a sant’Ignazio fondatore è quindi il nostro modo di rinnovare la fedeltà al carisma ricevuto e di aprirci al suo insegnamento, fonte anche della creatività apostolica di cui abbiamo tanto bisogno nei nostri tempi”. Lo ha detto padre Arturo Sosa, preposito generale della Compagnia di Gesù, nell’omelia per la festa di sant’Ignazio. “I gesuiti, come tutti i cristiani, discepoli del Signore Gesù, sono invitati a riflettere per conto proprio, ad avere delle idee personali, a sviluppare il pensiero e a fare ricerca approfondita in tutti i campi della conoscenza umana. Infatti – si legge nel testo pubblicato da L’Osservatore Romano – la Compagnia di Gesù investe molto tempo ed energie nella preparazione intellettuale dei suoi membri, convinta di avere nell’attività intellettuale un prezioso strumento apostolico per rendere presente la lieta notizia di Gesù in tutte le dimensioni della vita umana, in ogni tempo, cultura e luogo. Ma unione di menti vuol dire avere la mente indirizzata in primo luogo a Dio e quindi alla vocazione alla quale siamo chiamati”.
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