Le politiche di accordi con la Libia mettono “in condizione di pericolo e morte migliaia di persone”: il Centro Astalli, servizio dei gesuiti per i rifugiati in Italia, esprime oggi “seria preoccupazione” per la situazione dei migranti nel Mediterraneo e punta il dito contro la “sostanziale indifferenza da parte degli Stati membri e dell’Unione europea”. Il Centro Astalli chiede che il salvataggio in mare sia “garantito, organizzato e potenziato”: “Il ruolo delle ong deve essere supportato e ampliato con un impegno nazionale e sovranazionale più consistente. Neanche un morto nel Mediterraneo sia la priorità di tutte le istituzioni coinvolte”. Invita a “non fare accordi che impediscono ai migranti di lasciare una Libia altamente instabile, insicura e in cui le garanzie di rispetto dei diritti umani sono largamente insufficienti. Ancor meno si possono respingere o deportare in Libia migranti intercettati in mare, in violazione delle basilari norme sulla protezione internazionale”. “Non è tentando di rimuovere la migrazione dal Mediterraneo che si risolve l’emergenza in cui si trovano milioni di persone costrette a lasciare la loro terra a causa di guerre, persecuzioni ma anche di povertà estrema e disastri ambientali – afferma -. È inaccettabile che le politiche recenti siano volte a spostare altrove i migranti anziché lavorare sulle cause all’origine di una mobilità umana senza precedenti nel mondo ma che tocca l’Europa solo in piccola parte”.
Il Centro Astalli chiede nuovamente a istituzioni nazionali ed europee “vie legali di accesso per quanti si trovano nella condizione di dover chiedere protezione internazionale in Europa”; “quote di ingresso di lavoratori stranieri in Italia per infliggere un duro colpo al traffico, allo sfruttamento, alla tratta di esseri umani”; “rispettare la Convenzione universale sui diritti dell’uomo e la Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato e di non stipulare accordi con chi non rispetta e non ha recepito nel proprio ordinamento tali norme”. “Da settimane – osserva padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli – la cosiddetta emergenza migranti viene affrontata come una guerra da ingaggiare contro un nemico da sconfiggere. La classe politica di questo Paese lavori per la pace, ritrovi il senso del proprio agire nella storia della democrazia e nella cultura del diritto su cui si fonda la nostra civiltà”.
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