“Oggi rendiamo gloria al Padre per l’opera che san Domenico compì, al servizio del Vangelo predicato con la parola e con la vita”. In questo tweet, lanciato sull’account @Pontifex, il Papa sottolinea le doti distintive di san Domenico, fondatore dei Frati predicatori, vissuto tra XII e XIII secolo, di cui oggi ricorre la festa.
Nato a Caleruega, in Castiglia, nel 1170, Domenico Guzmán – ricorda Radio Vaticana – viene avviato a 15 anni nelle celebri scuole di arti liberali e teologia di Palencia, dove a contatto con miserie e guerre matura la sua vocazione religiosa, nel segno della povertà.
Ordinato sacerdote a 24 anni tra i canonici regolari della cattedrale di Osma, inizia a viaggiare per l’Europa con il vescovo Diego di Acebes, imbattendosi lungo gli avventurosi itinerari in uno dei grandi pericoli per la cristianità di allora: il movimento eretico dei Catari, detti albigesi, diffusosi soprattutto nella Francia meridionale. Viene quindi inviato dal Papa Innocenzo III, nel 1206, insieme a Diego, missionario in Linguadoca, dove all’incessante predicazione, con dibattiti pubblici, colloqui personali, trattative, opere di persuasione, preghiere e penitenza associa uno stile di vita austero e di assoluta povertà.
Nominato dal vescovo di Tolosa predicatore della diocesi, Domenico progetta di dare alla sua predicazione una forma stabile organizzata, fondando l’Ordine Domenicano, che da lui prende il nome, approvato ufficialmente nel 1216 dal Papa Onorio III. Dedicato da allora con ogni energia a diffondere la sua opera, Domenico dissemina i suoi frati predicatori in giro per l’Europa, specie a Parigi e a Bologna, principali centri universitari del tempo. Nei primi due Capitoli generali, nel 1220 e 1221, vengono quindi definiti gli elementi fondanti dell’Ordine: predicazione, studio, povertà mendicante, vita comune, legislazione, distribuzione geografica, spedizioni missionarie.
Sfinito dal lavoro apostolico ed estenuato dalle grandi penitenze, Domenico muore, in quello stesso anno 1221 circondato dai suoi frati, nell’amatissimo convento di Bologna, in una cella non sua, perché lui, il fondatore, non ne aveva una propria. Aveva 51 anni. Canonizzato dopo soli 13 anni, nel 1234, da Gregorio IX, legato a Domenico da profonda amicizia. Il suo corpo è custodito dal 1267 in un Arca marmorea e al suo sepolcro sono accorsi nei secoli fedeli da ogni parte d’Italia e d’Europa: numerosi i miracoli riconosciuti e le grazie ottenute per l’intercessione del Santo, che il popolo bolognese ha proclamato “Patrono difensore perpetuo della città”.