In Siria i civili malati e feriti che si trovano nella città di Raqqa hanno gravi difficoltà di accesso all’assistenza medica salva-vita e nonostante i combattimenti estremamente violenti, non è stato preso alcun provvedimento per far evacuare i civili. Lo denuncia oggi Medici Senza Frontiere, che fornisce supporto alle strutture sanitarie di Kobane e Tal Abyad, a due ore e mezza dal fronte, dove però solo pochi feriti sono riusciti ad arrivare. “I pazienti ci segnalano che un gran numero di malati e feriti è intrappolato nella città di Raqqa, con limitato se non inesistente accesso alle cure mediche e con scarse possibilità di fuga dalla città”, afferma Vanessa Cramond, coordinatore medico di Msf per la Turchia e la Siria settentrionale. I pochi pazienti riusciti a fuggire da Raqqa, che Msf ha curato, confermano che l’unico modo per lasciare la città è clandestinamente, il che comporta pericolosi ritardi nell’accesso all’assistenza medica urgente. “Alcuni dei nostri pazienti sono rimasti intrappolati dietro le prime linee per giorni o anche settimane”, dice Cramond: “Quando sono fortunati, avevano già ricevuto assistenza medica di base all’interno della città, ma quando finalmente arrivano nei nostri ospedali, le loro ferite sono spesso gravemente infette e raramente è possibile salvare gli arti. Al contrario, i pazienti con emergenze mediche acute o lesioni traumatiche in arrivo dai villaggi intorno alla città di Raqqa attraversano le prime linee in maniera relativamente rapida”. “Nella città di Raqqa –  racconta un paziente di 41 anni con ferite da schegge al torace, fuggito da Raqqa dopo aver perso sette familiari -, se non si muore per gli attacchi aerei, si muore per un colpo di mortaio; se non si muore per un colpo di mortaio, si muore colpiti dai cecchini; se non sono i cecchini, allora è un esplosivo. Se si sopravvive, sopraggiunge la fame e la sete per mancanza di cibo, acqua, elettricità”. Dal mese di giugno, le equipe mediche di Msf in Siria nordorientale hanno trattato oltre 415 pazienti provenienti da Raqqa e villaggi circostanti. Msf invita tutte le parti in guerra e i loro alleati “a garantire la protezione dei civili e a consentire l’accesso all’assistenza medica e l’evacuazione dei feriti”. Ribadiscono l’importanza di facilitare l’accesso delle organizzazioni internazionali in Siria nordorientale per lo sminamento, per permettere ai residenti di tornare in sicurezza alle loro case.

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