Così mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, presenta in un editoriale pubblicato su “Il Sole 24 Ore” alcuni contenuti della 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani che si svolgerà a Cagliari in ottobre. Quelle impegnate in “buone pratiche”, prosegue Galntino, “sono imprese che lavorano con al centro la vita dei lavoratori e rappresentano una pagina di speranza che potrebbe contagiare molte altre imprese”. “Perché non metterle al centro dell’attenzione? Perché continuare a condannarle quasi alla clandestinità mediatica?”, chiede il segretario generale della Cei. “Si tratta di imprese che non chiedono regalìe o una tantum mortificanti. Sono imprese che meritano attenzione per condividere il loro know how e per dire che non siamo al ‘punto zero’ sulla strada di un lavoro che veda al centro la persona e la sua dignità”. “Dire lavoro – osserva – significa scommettere, guardare al futuro per investire sui giovani e sulla scuola, senza cadere nella trappola della fretta, di accelerazioni improprie e di semplificazioni ingiustificate; significa proteggere realmente i più indifesi e garantire le famiglie”. Per il segretario generale della Cei, “individuare criteri concreti per affrontare l’emergenza lavoro” è “il primo passo per rimuovere gli ostacoli che continua oggi a incontrare chi il (buon) lavoro lo può creare; per superare la mentalità che alimenta la corsa al ribasso sui costi del lavoro; per ridare dignità agli esclusi, favorendo il reinserimento nel mondo del lavoro; per valorizzare l’oro del nostro Paese: le ricchezze artistiche, paesaggistiche e culturali e lo stile di vita a misura di persona”.