E’ da pochi giorni in libreria per i caratteri della prestigiosa Newton Compton la nuova, originalissima edizione del libro di Antonio De Signoribus, Fiabe e leggende delle Marche. Antonio De Signoribus, filosofo, scrittore e studioso di cultura orale, definito il Grimm delle Marche, ha occupato, senza ombra di dubbio, un suo spazio e una sua riconoscibilità sul territorio nazionale grazie alle sue doti affabulatorie e al suo stile inconfondibile nel trasmetterci le emozioni di un tempo senza rimpianti, adulazioni o retorica. Il bel libro di Antonio De Signoribus, di 240 pagine, si dipana su otto tracciati narrativi: Astuzia e stupidità; Casi comici; Re, figli di re e dintorni; I patti; Casi difficili e eroici; Gli aiutanti; Casi misteriosi; Tesori nascosti, che danno vita a un corpus vivace in grado di testimoniare la profondità e l’esemplarità della narrativa popolare marchigiana.
“Dal punto di vista tipologico si noterà che in questa ampia e suggestiva panoramica di favole pubblicata da Antonio De Signoribus, scrive nell’introduzione al libro Sanzio Balducci, Ordinario di Dialettologia italiana dell’ Università di Urbino, vi è una forte presenza del contadino furbo che con la sua intelligenza riesce a risolvere le più intricate difficoltà e a raggiungere i gradini più alti della scala sociale”.
Ma solo come sogno però, come desiderio perché la realtà è ben diversa.
L’evocazione dell’evento leggendario,sottolinea l’autore, acquista, invece, il ritmo del ricordo fin quasi nelle tonalità e nel lessico in cui spiccano parole irrinunciabili ( ad esempio ” lo jacciacore” , al posto di un grande spavento che ghiaccia il cuore) come stigmi di un caso incredibile rivissuto con l’emozione del vero. La fiaba popolare è bene ricordarlo  ci parla per mezzo di simboli e immagini, intrecciati in processi complessi. In tal senso, essa è simile al sogno, ai processi inconsci in generale e anche al mito. E su più livelli  può essere letta da tutti. Da non perdere dunque questo libro di Antonio De Signoribus. ” Larga è la foglia, stretta è la via: dite la vostra, che ho detto la mia”.

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