Arcivescovo di Bogotá, primate di Colombia e presidente del Celam (il Consiglio episcopale latinoamericano che proprio nella capitale colombiana ha la sua sede). Questo il triplice ruolo con il quale il cardinale Rubén Salazar Gómez si appresta a ricevere papa Francesco. Il Santo Padre atterrerà nella capitale colombiana nel pomeriggio del 6 settembre. Nella nunziatura alloggerà per tutto il periodo della visita e dedicherà a Bogotá tutta l’intensa giornata del 7 settembre, durante la quale – tra i vari impegni – incontrerà i giovani in plaza de Bolívar, i vescovi colombiani in arcivescovado, il mondo della cultura durante una visita all’Università Javeriana, e il direttivo del Celam. Nel pomeriggio è prevista la messa al Parque Simón Bolívar, alla presenza di mezzo milione di persone. Nell’approssimarsi della visita il Sir ha intervistato il card. Salazar.
Eminenza, quali sono le sue attese e speranze per la visita di papa Francesco?
La visita di papa Francesco è la risposta generosa ad un desiderio profondo espresso in varie occasioni da tutto il popolo colombiano di avere la grazia di ricevere il Santo Padre nella nostra patria ed ascoltare direttamente dalla sua voce il messaggio di cui in questo momento ha bisogno il paese, per iniziare una nuova tappa nella sua storia.
Quale il significato principale di questo viaggio così atteso per la Chiesa colombiana anche per l’arcidiocesi di Bogotá?
La Colombia vive un momento di cambiamento. Si appresta a lasciarsi alle spalle vari decenni di violenza causata dalla guerriglia armata e ha il desiderio di iniziare a costruire una società più giusta e fraterna. In tale contesto il messaggio che il Santo Padre, con le sue parole e i suoi gesti, rivolgerà al paese, consisterà in un invito al perdono, alla riconciliazione, al guardare avanti con una nuova speranza. “Facciamo il primo passo”, lo slogan proposto per la visita, riassume questo desiderio.
In quale modo la presenza e le parole del Papa saranno importanti per il futuro della Colombia e per il processo di riconciliazione?
Il Santo Padre è la massima autorità morale nel mondo di oggi. La sua presenza e la sua parola ci motiveranno ad abbandonare tutti i motivi di scontro che ci hanno portato al confronto armato, per iniziare così un nuovo cammino attraverso il quale possiamo, grazie all’opera di tutti e di ciascuno,
costruire il tessuto di un nuovo paese, senza ingiustizie, senza violenze, senza esclusioni
e, pertanto, un paese costruito sui grandi valori evangelici che il Papa riaffermerà stando tra noi.
Come sta proseguendo il processo di pace nel paese? E come mai la società colombiana resta ancora così polarizzata di fronte a tale cammino? Cosa può fare la Chiesa?
L’implementazione dell’accordo di pace con le Farc avanza, con lentezza e difficoltà, ma certamente prosegue. Poco a poco si stanno facendo i passi necessari perché le due parti, lo Stato e la guerriglia, adempiano a quanto è stato accordato e in modo definitivo sparisca la lotta armata nel paese. È stato raggiunto un buon accordo, nonostante potesse essere migliore. Proprio questa realtà è quella che ha creato una polarizzazione nell’opinione pubblica, poiché alcuni hanno espresso la loro contrarietà all’accordo, considerandolo pericoloso per le supposte concessioni alla guerriglia. Però tale
polarizzazione svanirà poco a poco, nel momento in cui i contenuti dell’accordo inizieranno a essere messi in pratica e mostreranno che l’accordo contiene gli elementi necessari per giungere a una nuova situazione nel paese.
In tale contesto, la Chiesa ha sempre proclamato la necessità di costruire la pace sulla base solida della giustizia, della fraternità e della solidarietà. Il Santo Padre verrà a fortificare questa incessante predicazione della Chiesa colombiana.
Eminenza, lei attualmente è anche presidente del Celam, il Consiglio episcopale dei vescovi latinoamericani. Cosa significherà il messaggio del Papa per tutto il continente?
Il messaggio del Santo Padre, anche se sarà rivolto soprattutto alla nostra situazione, conterrà elementi destinati ad illuminare le situazioni vissute da tutta l’America Latina, dato che i nostri paesi condividono una situazione molto complessa, con differenti sfaccettature: povertà, ingiustizia sociale, criminalità, corruzione, narcotraffico. Il Vangelo, proclamato ancora una volta dal Papa nella sua visita in Colombia, aiuterà le nostre nazioni a proseguire nella lotta per contrastare questi flagelli e per trovare la strada verso un futuro migliore. Inoltre, per l’America Latina risuonerà con forza l’appello a rafforzare la famiglia e a ricostruire il tessuto sociale.
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