In effetti il museo archeologico ha una splendida sezione di gioielli, monili, anelloni, fibule collane e orecchini .
La dott.ssa Isabella Nova ha presentato in modo estremamente preciso e puntuale il gioiello nell’antica Grecia e Roma,differenziando periodi storici caratterizzati da minore o maggiore disponibilità di metalli preziosi, la ricchezza del periodo romano con collier di difficile utilizzo per l’eccessivo peso. Quindi la dott.ssa Donatella Donati Sarti ha introdotto il periodo medievale,il gioiello che viene concepito quale talismano, investitura divina fino al 1500 , che invece identifica il gioiello quale accessorio per l’abito. Dopo la scoperta dell’ America, la disponibilità di metalli preziosi e di pietre comporta un grande aumento della richiesta di monili sempre più elaborati, fino ad arrivare all’uso di pietre ,anche false,nel 1700 per l’eccessiva richiesta di oggetti: pendenti e orecchini.
Dopo la rivoluzione francese si verifica un ridimensionamento del gioiello, con uso di cammei e smalti e il divieto di diamanti, considerati poco democratici. Il 1800 si presenta con estremo eclettismo di oggetti e con il periodo Vittoriano nasce il gioiello sentimentale ovvero quello di minor valore economico, ma maggiore componente affettivo(pendente con capelli ,dentino ,
ritratto)
A conclusione Ambra Vespasiani ha ricordato le magnifiche mostre a tema sulle varie pietre preziose,organizzate negli anni nella gioielleria Stasierowski su progetto di Bernadette Ciotti (Betty),associando all’elemento commerciale una raffinata conoscenza della storia del gioiello.