“Il discernimento è un esercizio alto di sinodalità”, la quale “esprime il mistero della Chiesa: la comunione”. Mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno e assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana, ha tenuto un’ampia relazione al convegno nazionale dei presidenti e assistenti diocesani dell’associazione in corso a Bologna.
Il convegno è volto a mettere a fuoco il programma triennale dell’associazione. Per tale ragione l’attenzione è indirizzata al discernimento quale “atto di intelligenza spirituale che consente – ha detto Sigismondi – di interpretare la volontà di Dio” attraverso “le mediazioni umane”. Un’azione, in tal senso, “al contempo personale e comunitaria”, che muove da una premessa essenziale, ovvero “tenere lo sguardo fisso su Gesù”. Il discernimento “nasce dall’adesione salda al vangelo e si arricchisce dell’ascolto delle persone, a partire dai più poveri”. Richiede al contempo “ascolto umile, dialogo aperto e franco, scorgendo ciò che suggerisce lo spirito” senza trascurare “le fatiche quotidiane” e rendendo necessario il compito di “attraversare i conflitti” della vita feriale. Mons. Sigismondi ha quindi proposto una sorta di “decalogo” per l’esercizio del discernimento all’interno dell’Azione cattolica.
Fra i punti indicati: “considerare gli altri superiori a se stessi” e, ugualmente, “gareggiare nello stimarsi a vicenda”; “saper nutrire un po’ di diffidenza verso il proprio giudizio”; “cercare soluzioni condivise e puntare al massimo bene possibile, non al minimo indispensabile”; “individuare i fini e i mezzi necessari per raggiungerli”. Inoltre: “avere memoria del futuro” senza “cedere alla nostalgia né alle utopie”, perché entrambe “soffocano la profezia”; “avviare processi a lunga scadenza, senza farsi sopraffare dalla ricerca di risultati immediati” (“la quercia dell’Ac, che altri hanno piantato, dura da 150 anni…); “leggere la Parola di Dio tenendo la mano sul polso della vita”; “creare una intesa che sia sintesi delle diverse esigenze e delle varie voci emerse”. Il vescovo ha quindi richiamato la “cura della vita interiore” come “campo base dell’Ac”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *