“L’Amoris Laetitia diventa la nuova Magna Charta”. Con queste parole mons. Vincenzo Paglia, gran cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, ha sintetizzato ai giornalisti il nuovo assetto giuridico dell’Istituto, che, grazie al Motu Proprio “Summa familiae cura” di Papa Francesco pubblicato ieri ma datato 8 settembre, diventa Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia. “Con il Motu Proprio – ha spiegato Paglia – si riprende l’idea originaria di Giovanni Paolo II, che resta nel titolo, ma si fanno due aggiunte significative nella nuova dicitura ufficiale: il termine teologico, che sottolinea la dimensione ecclesiale del nuovo Istituto in tutta la pienezza del termine teologico,  e il termine scienze, che indica non solo l’alta scientificità che l’Istituto deve onorare, ma anche l’inserimento dell’Istituto in tutto il contesto delle scienze umane ed antropologiche che hanno a che fare con il matrimonio e famiglia”. “Per Papa Francesco – ha precisato il presule nel meeting point svoltosi oggi in Sala Stampa vaticana – la famiglia non è semplicemente un ideale astratto: sono le famiglie tutte, senza distinzione, che devono esser aiutate e accompagnate a riscoprire il loro compito storico, sia nella Chiesa sia nella società, e questo lega l’Istituto in modo particolare agli ultimi due Sinodi”. Il compito del nuovo Istituto, il cui assetto organizzativo attuale rimane invariato, è quindi di “raccogliere l’eredità di Giovanni Paolo II, ma nello stesso tempo moltiplicarla ed allargarla, al servizio della Santa Sede, del Papa e della Chiesa universale”. Concretamente, ha annunciato Paglia, ciò comporterà una “ristrutturazione” della sede centrale ma anche delle sedi dell’Istituto nei cinque continenti.

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