“La difesa dei bambini vale più del perdono. Dentro questa frase che non è ad effetto pensavo ai neonati di pochi giorni violati sessualmente, vessati, crudelmente eliminati da parte di uomini e donne pedofili e/o infantofili. Pensavo alla ‘grazia’ che possono chiedere e ottenere avvalendosi di tutti i canoni e le leggi di uno Stato”. Lo scrive, in una lettera aperta, don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’Associazione Meter onlus, interviene a commento delle parole di Papa Francesco che ha dichiarato che non concederà mai una grazia a un prete pedofilo. “Qualcuno è dell’idea che il bambino intrauterino e il neonato dimentichino traumi e violenze subite archiviando tutto nell’inconscio. Ma – avverte don Di Noto – sfociando, poi, in un comportamento di odio verso un oggetto, o un soggetto velato e da identificare. Un’aggressività latente che si manifesterà nel tempo. L’odio genera odio, la violenza genera violenza e non possiamo permettere che si faccia del male a un nascituro o ad un neonato. A nessun bambino nessun abuso. Se è così allora è vero che la difesa dei bambini vale più del perdono”.
Il perdono poi, spiega, “dev’essere consapevole, cosciente, riconciliante, libero e autentico”. È “un’esperienza della persona, che sceglie di vivere un rapporto positivo nei confronti di un’altra che l’ha offesa: e il cristiano deve perdonare perché ha sperimentato, nella fede e nella vita, che è stato perdonato”. In un percorso di guarigione “alcune vittime si sono riconciliate con il loro abusatore nel dono ricevuto in un cammino di fede: Dio perdona me e io perdono chi mi ha offeso”. Ma “gli abusatori, raramente, molto meno, chiedono perdono: sono malati lucidi, consapevoli di aver fatto il benessere del bambino senza sensi di colpa e vergogna”.
Don Di Noto precisa: “L’abuso sessuale pedofilico è un atto trasgressivo con caratteristiche ossessive, e una volta che il pensiero parte non puoi più fermarlo (da uno scritto di pedofilo in cura) e tra la malattia e la perversione pedofila l’elemento discriminante è la scelta e si sostanzia nella lucidità e nella predeterminazione dei comportamenti, condizionata dall’aspetto ossessivo e ripetitivo. Scelgono anche i neonati consapevoli di dominarli totalmente. Il potere del male”. “Conosciamo  – prosegue il fondatore di Meter – la testimonianza di abusati riconciliati con il proprio abusatore. Un dono grande, un esempio per i tanti. Ma un neonato?”. Perciò, “non è sentimentalismo: in tanti, anzi tutti noi dobbiamo difendere i bambini. Per non chiedere perdono, ma farci perdonare da Dio Padre, compassionevole e misericordioso”.

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