Con 237 sì e 189 no la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha votato una norma che proibisce l’aborto dopo 20 settimane dal concepimento, con l’unica eccezione del rischio per la vita della madre o di un concepimento avvenuto durante uno stupro o un incesto. La legge modifica il codice penale federale e punirà con una multa e con cinque anni di carcere qualsiasi persona che eseguirà o tenterà di eseguire un aborto in violazione del dettato legislativo. La norma, nota come “Pain-Capable Unborn Child Protection Act” – Legge per la protezione dei bambini non nati, sensibili al dolore – è stato approvato proprio all’inizio del mese che la chiesa cattolica statunitense dedica alla protezione della vita. Il 29 settembre il cardinale di New York, Timothy Dolan, a capo della Commissione a tutela della vita, istituita dalla Conferenza episcopale aveva scritto ai rappresentanti della Camera una lettera aperta in cui li invitava, in vista del voto, a sostenere la piena tutela giuridica di tutti i bambini non nati e ad affrontare con urgenza le problematiche che portano le donne “a considerare l’aborto come soluzione, mentre servono risposte a tutela sia della madre che del figlio”. Il cardinale ha denunciato le pratiche “inquietanti” e le “azioni deplorevoli condotte sui feti da tante cliniche abortiste” grazie a una legge giudicata “troppo permissiva”.
Monsignor Dolan ha voluto sottolineare che questa legge mette d’accordo sia i sostenitori della vita che quelli della libertà di scelta perché mostra attenzione sia ai bambini che possono sopravvivere a questi aborti, sia alle mamme che rischiano la vita sottoponendosi a tale pratica in gravidanza avanzata. Stamani il cardinale, a nome di tutti i vescovi, ha presentato il programma “Respect life – Rispettare la vita”, che per tutto il mese di ottobre aiuterà parrocchie, scuole, associazioni a costruire una cultura della vita e della dignità umana offrendo una panoramica su aborto, pena di morte, eutanasia.
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