“Di fronte al calo delle vocazioni che la Chiesa patisce, dobbiamo evitare di accogliere nei seminari persone non chiamate dal Signore; occorre esaminare bene la vocazione dei giovani e verificarne l’autenticità. Al contrario sarà un’ipoteca per la Chiesa”. È il monito rivolto da Papa Francesco ai membri del Sinodo della Chiesa Caldea, in corso a Roma dal 4 all’8 ottobre, guidati dal Patriarca Louis Raphaël Sako e ricevuti questa mattina in udienza. “I sacerdoti e i seminaristi – ha auspicato il Pontefice – possano sentire la vostra vicinanza, che è una vera benedizione! Per i candidati al sacerdozio la formazione sia integrale, capace di includere i vari aspetti della vita rispondendo in maniera armonica alle quattro dimensioni umana, spirituale, pastorale e intellettuale; un percorso che prosegua naturalmente nella formazione continua dei presbiteri formando con essa una realtà unitaria”. Da Papa Bergoglio è arrivato anche l’invito ai vescovi caldei e ai “pastori della Chiesa latina” a “ripensare il tema della Diaspora, tenendo conto delle concrete situazioni in cui si trovano a vivere le comunità ecclesiali, sia dal punto di vista numerico, sia da quello della libertà religiosa. Occorre fare tutto il possibile perché gli auspici del Concilio Vaticano II trovino realizzazione, facilitando la cura pastorale sia nei territori propri sia là dove le comunità orientali si sono da tempo stabilite, promuovendo al tempo stesso la comunione e la fraternità con le comunità di rito latino per dare ai fedeli buona testimonianza senza protrarre divisioni e dissapori”. “Il dialogo ecumenico e interreligioso – ha concluso – dovrà sempre ripartire dalla nostra unità e comunione cattolica. In ciò vi sarà di supporto la Congregazione per le Chiese Orientali”.
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