“Quando mi avvicino alla bellezza
è come se tornassi alla sorgente
che mi ha donato il primo sorso di vita,
all’essenza profonda delle cose”
(don Luigi Verdi)
DIOCESI – La storia narrata dal libro dell’Esodo è piena di lamenti e di grida, di sudore e di sangue, di ingiustizie e di stenti, eppure tra le righe si rintracciano anche racconti di amori e gesti di generosità, capaci di far sbocciare la vita dentro orizzonti di morte. Nel secondo capitolo si legge: “Un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una discendente di Levi. La donna concepì e partorì un figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi. Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese per lui un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi adagiò il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo” (Es. 2,1-2)
E’ interessante notare un particolare: di Mosè si dice che la madre “vide che era bello”! Questa espressione evoca il racconto della creazione e ricorda anche a noi che tutte le creature che escono dalla mano di Dio sono belle (cfr. Gen. 1,31). La vita è sempre bella: quando sboccia sotto il cuore della madre, quando cresce nel grembo della terra e anche quando si incammina verso il tramonto per approdare in cielo. Ed è bella la vita di tutti, anche quando è ferita o trasandata.
Ora chi nota questa bellezza e la custodisce, la difende, la protegge sono tre figure femminili: una madre, una sorella e una figlia del faraone. In queste donne sembra di scorgere la Chiesa, da sempre desiderosa di portare splendore dentro un mondo che sembra arrendersi alla bruttezza.
Alla Caritas siamo convinti che la bellezza è ovunque, se la si cerca, ed è per tutti, se solo si apre lo sguardo. Ne basta una scintilla per accendere il fuoco di una rinascita. Ecco perché da qualche tempo coviamo un sogno: fare della Caritas non solo il luogo che raccoglie bisogni e paure, ma anche sogni e risorse.
Per vivere non basta un piatto di pasta né un vestito, occorre anche affetto e dignità. Scriveva Fedor Dostoevskij: “Sappiate che l’umanità può fare a meno degli inglesi, che può fare a meno della Germania, niente è più facile da parte sua che fare a meno degli americani, che per vivere non ha bisogno di scienza, ne di altro, ma che soltanto la bellezza le è indispensabile, perché senza bellezza non ci sarà più niente da fare in questo mondo, qui è tutto il segreto, tutta la storia è qui”.
Ed allora vorremmo aprire dei “laboratori di talenti” ed abbiamo bisogno di animatori ed in particolare di artisti! Lanciamo un appello a pittori, attori, musicisti, scrittori, artigiani….perché vengano a tirar fuori ‘bellezza’.
Papa Francesco ha indetto per il prossimo 19 novembre la I giornata mondiale dei poveri, desideriamo celebrarla, non solo con alcune iniziative in diocesi e nelle parrocchie, ma anche aprendo una ‘Bottega dell’Arte’ all’insegna della gratuità e del coinvolgimento di tutti.
Quando qualcuno arriva nella nostra città lo si accompagna a fare una passeggiata al molo per contemplare la bellezza del mare e il lavoro dei marinai oppure al ‘Paese Alto’ per visitare l’Abazia, per ammirare la Torre dei Gualtieri e quanto i nostri antenati lungo la storia hanno costruito, il nostro sogno è che la Caritas diventi un luogo da visitare come la casa della Bellezza, figlia del fango e del soffio di Dio.
Forse è solo un sogno…eppure se vogliamo, insieme, possiamo trasformarlo in realtà!
Chiunque è disponibile a collaborare può rivolgersi alla Caritas Diocesana via Madonna della Pietà,111 – San Benedetto del Tronto.