Un evento come la Riforma, fatto storico di portata mondiale che ha segnato profondamente la cristianità, riguarda tutti noi, non solo i protestanti, ma tutti gli europei, e certamente tutti i tedeschi. Oltre al cammino per il cristianesimo cattolico e ortodosso, se ne è aperto un terzo, contenente in realtà molteplici sentieri, e quindi una nuova e diversa comprensione della Chiesa e dell’esistenza cristiana. Questo ha avuto un notevole impatto sul corso della storia, soprattutto per la storia tedesca ed europea.
Per i cattolici tedeschi, al pensiero della separazione che la Riforma ha prodotto si lega naturalmente un profondo rimpianto, che tuttavia è sempre più alleviato dalla fondata speranza nell’efficace processo di avvicinamento ecumenico. La speranza è peraltro alimentata dal tipo di commemorazione del 500° della Riforma che si può osservare in Germania.
I tedeschi si avvicinano alla Riforma in modo speciale, dal momento che è stato innanzitutto un evento tedesco.
La divisione che ne è derivata ha avuto ripercussioni peculiari in termini di politica ecclesiale ma anche sugli aspetti socioculturali. Tuttavia non sono da trascurare, come si diceva, i segni di speranza nella comprensione ecumenica. Dall’inizio di questo secolo non solo si svolgono, come da decenni, il Katholikentag e il Kirchentag a turno, ma ogni tre o quattro anni un Kirchentag ecumenico viene organizzato congiuntamente dalle organizzazioni competenti delle due Chiese. A questi incontri partecipano migliaia di credenti per pregare insieme, celebrare insieme e per discutere le questioni fondamentali o di attualità in ambito sociale, politico e culturale con personalità delle Chiese, della scienza, della politica e della società civile. E in questo anno giubilare si celebreranno, come già da anni, nei Bundesland a maggioranza protestante, ma anche in quelli a maggioranza cattolica, numerose commemorazioni nel giorno della Riforma.
Nel contesto del cammino ecumenico in Germania, va anche ricordato che i cristiani di entrambe le Chiese hanno combattuto insieme negli anni bui del nazismocontro il regime ingiusto e che a motivo di questa esperienza, dopo la guerra, è stato possibile superare il divario politico tra protestanti e cattolici, che nel tempo della Repubblica di Weimar era ancora molto virulento. L’Unione cristiano-democratica (in Baviera l’Unione cristiano-sociale) è nata come casa politica dei cristiani impegnati, dove l’espressione “unione” faceva esplicito riferimento alla comunanza di politici, cittadini ed elettori provenienti dalle diverse denominazioni cristiane.
Più che le differenze teologiche tra il cattolicesimo e il protestantesimo, percepiamo in Germania le differenze culturali che continuano ad esercitare un’influenza più o meno forte sulla vita pubblica. Questo anche perché si sono costituiti nel corso dei secoli un ambiente socio-culturale dei protestanti, da un lato, e uno dei cattolici dall’altra.La reciproca separazione è stata rafforzata dal principio “cuius regio eius religio”che ha reso la Germania un’entità estremamente frammentata sul piano territoriale e politico all’indomani della Riforma fino al XIX secolo, per cui c’erano regioni separate le une dalle altre, in cui gli abitanti erano o cattolici o protestanti.
Tuttavia, con la seconda guerra mondiale, anche queste differenze sono state livellate. Nella Germania occidentale ha contribuito soprattutto la mescolanza della popolazione nell’immediato dopoguerra a motivo dell’arrivo di profughi provenienti dai territori della Germania orientale, oltre l’Oder e il Neisse, e dalla Germania centrale. Nella zona dell’ex Repubblica democratica tedesca, sono state le politiche egualitarie e anti-clericali dei comunisti che hanno contribuito alla dissoluzione degli ambiti connotati dalle tradizioni religiose specifiche.
Così vediamo
un dualismo a diversi livelli tra il mondo dei protestanti da un lato e dei cattolici dall’altra
che però sta perdendo la sua incidenza in seguito alle mutate condizioni sociali, culturali e politiche. Esso emerge dalle loro diverse concezioni della Chiesa e del mondo, che a loro volta rivelano modelli, linguaggi e comportamenti diversi dei loro attori, a volte persino contraddittori. La contrapposizione così come la collaborazione sono quindi determinati non solo in riferimento al discorso inter o intra ecclesiale, ma anche per il discorso politico in generale. La tensione tra i due poli di questo dualismo a volte sembra scoraggiante, talvolta arricchente, a volte stimolante. S’impara gli uni dagli altri e nel confronto si conosce se stessi ancora meglio e si comincia a valutare meglio i propri punti di forza così come le proprie debolezze.
Le mutevoli circostanze sociali e i presupposti storici presentano sfide sia per le Chiese sia per i cristiani di entrambe le denominazioni e premono verso il superamento del dualismo e verso il dialogo. Il motto che oggi segna l’incontro tra la Chiesa evangelica e la Chiesa cattolica in Germania è “diversità riconciliate” per sottolineare la possibilità di conservare e sviluppare la propria identità nel reciproco riconoscimento e apprezzamento.