“La sfida ora è dare concretezza alle proposte e agli impegni formalizzati a Cagliari”. Una responsabilità che chiama all’appello comunità ecclesiali, territori e mondo politico. È questo il commento condiviso da alcuni leader delle associazione cattoliche che in Italia si occupano di giovani, formazione e lavoro commentando gli esiti della 48ª Settimana sociale dei cattolici. L’evento cagliaritano, rispetto al quale è unanime il giudizio positivo anche se qualcuno auspicava maggior presenza e coinvolgimento delle associazioni, ha fornito un rinnovato entusiasmo per l’attività di organizzazioni che da Nord a Sud sono in prima linea da tempo per favorire la costruzione di un lavoro “libero, creativo, partecipativo e solidale”.
L’importanza della vicinanza del mondo della scuola a quello del lavoro, “attraverso l’orientamento come dimensione dell’educazione, vicinanza al territorio, alternanza scuola-lavoro e formazione professionale”, è un aspetto sottolineato anche dalla Fidae (Federazione Istituti di attività educative). Secondo la presidente Virginia Kaladich, infatti, “il lavoro buono ha bisogno di una scuola ‘buona’ che educhi cittadini nella libertà, creatività, partecipazione e solidarietà”. Nel ribadire la necessità di “rimettere il lavoro al centro dei processi formativi, al fine di ridurre ulteriormente la disoccupazione giovanile, rafforzando la filiera formativa professionalizzante nel sistema educativo italiano”, la Fidae ha rivolto a conclusione della Settimana sociale un triplice appello. Il primo destinato “alla scuola, e alla scuola cattolica in particolare”, esortandola “a mantenere alta la propria qualità e a rinnovarsi cogliendo i cambiamenti culturali e sociali”. Il secondo è un appello “alla Chiesa italiana affinché riscopra la dimensione comunitaria ed ecclesiale della scuola cattolica, importante per il futuro della persona e della società”. Infine è il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, ad essere chiamato in causa affinché possa “riconoscere alla scuola paritaria – e quindi anche alla scuola cattolica – il valore del servizio prestato, sostenendola adeguatamente, come richiede la logica del sistema pubblico integrato”.
Dedicata ai giovani è anche la proposta lanciata dalle Acli alla fine della Settimana sociale di Cagliari. In dieci città italiane verrà attivato un “Acli HubLavoro”, centro multifunzionale dove i giovani potranno sperimentare due vie diverse di avvicinamento al mondo del lavoro: un percorso per assecondare l’aspirazione a fare impresa e un sostegno alla ricerca di lavoro. “I giovani – spiega il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini – rischiano di diventare i nuovi esclusi della nostra società”. Di fronte all’alto tasso di disoccupazione e alle difficoltà nel fare sistema tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro, “è vitale e imprescindibile – sottolinea Rossini – creare le condizioni per una continua riqualificazione della vita lavorativa: di qui l’importanza della formazione continua, approccio che parte dalla concezione del luogo di lavoro come luogo formativo dove, grazie ad una trama educativa costante, la riqualificazione e la transizione nella formazione siano garantite a tutti”. Quello rivolto alla creazione d’impresa sarà un “percorso innovativo e partecipativo”, assicurano le Acli: “mettendo a confronto e in sinergia competenze ed esperienze, l’hub consentirà di verificare la realizzabilità di idee creative e la loro eventuale trasformazione in iniziative economiche”. Il secondo percorso “seguirà un iter più convenzionale ma non meno prezioso e sarà di orientamento e supporto nella ricerca dell’impiego”.
“Bisogna provare a mettere in moto i meccanismi perché il lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale diventi realtà nel Paese”. È questa secondo Tommaso Marino, presidente del Movimento lavoratori di Azione Cattolica (Mlac), la sfida del dopo-Cagliari. La 48ª Settimana sociale “è stata una bella occasione di confronto e dialogo. È sempre un fatto molto positivo quando la Chiesa si incontra e fa un discernimento comunitario”. Per Marino, “la grande scommessa sta nell’aver la capacità in tutti i settori della Chiesa, associazione e movimenti compresi, nel concretizzare in qualche modo quanto è venuto fuori a Cagliari”. “Dobbiamo tirarci su le maniche perché si possano rendere concrete è realizzabili le proposte emerse”, continua il presidente del Mlac: “Anche quella sul liberare la domenica dal lavoro credo che sia una scommessa molto importante che dobbiamo raccogliere e approfondire”. Secondo Marino, “rinforzare e valorizzare l’esperienza associativa può dare gambe” a tematiche e proposte al centro dell’evento cagliaritano: le associazioni “possono essere un volano e uno strumento al servizio della Chiesa perché queste cose possano diventare ‘pane sbriciolato’ per tutti”. Il presidente del Mlac esprime anche l’auspicio che “le ‘buone pratiche’ non rimangano un elenco non aggiornato. Arricchirlo giorno per giorno è un impegno da prendersi tutti quanti insieme”. Proprio su questo fronte, Marino ricorda che “da 12 anni organizziamo in collaborazione con progetto Policoro, Caritas Italiana e Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei. Scadrà il 30 novembre e a fine gennaio a Roma premieremo durante un convegno le migliori quattro proposte per valorizzare un territorio con l’animazione sociale”.
Più “politico” il commento di Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori (Mcl), secondo cui “a Cagliari saremo stati bravi se il 50% delle cose che abbiamo detto riusciremo a farle realizzare”. Per Costalli, “c’è stato un passo in avanti rispetto alla Settimana sociale di Torino”, con “una bella partecipazione, non solo numerica, al confronto”. “Adesso il problema è dare continuità al dibattito che c’è stato perché – sottolinea – la mia preoccupazione è quella che non si riduca tutto ad un importante convegno, dal quale sono arrivate anche alcune proposte interessanti, e non ci sia poi seguito nel Paese”. “Questo dipenderà non solo dalla Chiesa italiana nel suo complesso”, osserva il presidente di Mcl, per il quale “come corpi intermedi insieme alla Chiesa dobbiamo essere pungolo delle forze politiche che devono tradurre in atti concreti alcune enunciazioni”. Anche ultimamente, evidenzia Costalli, “il mondo cattolico riesce a fare alcune serie proposte. È vivo, propositivo e anche abbastanza unitario. Bisogna che chi ha responsabilità nel Paese tenga conto di questo mondo e di quello che esprime”. Rispetto all’impegno di Mcl, il presidente ribadisce l’importanza del “binomio famiglia-lavoro, con tutti i temi collegati da quelli fiscali alla conciliazione tra i tempi del lavoro e della famiglia. Ma anche le nuove generazioni, gli over 50…”. “Noi continuiamo a sostenerli nel Paese, con iniziative che partiranno con il Consiglio nazionale di metà novembre. Ci saranno convegni e seminari per continuare a tenere vivi, anche nel periodo della campagna elettorale, questi temi”.
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