Di Simone Incicco e Paola Travaglini
COMUNANZA – “Il Diaconato permanente, ripristinato dal Concilio Vaticano II in armonica continuità con l’antica Tradizione e con i voti specifici del Concilio Ecumenico di Trento, in questi ultimi decenni ha conosciuto, in numerosi luoghi, forte impulso e ha prodotto frutti promettenti, a tutto vantaggio dell’urgente opera missionaria di nuova evangelizzazione.”
Con le parole delle “norme fondamentali per la formazione del diaconato permanente” vi proponiamo l’intervista realizzata a Natalino Marinozzi, della parrocchia Santa Catedina in Comunanza, ammesso da pochi giorni dal Vescovo Carlo Bresciani, al percorso che lo porterà al diaconato permanente.
Natalino come nasce il tuo percorso di fede?
“Da un’esperienza che ho iniziato tempo fa; esattamente parliamo di 26 anni fa partecipando al pellegrinaggio Macerata-Loreto. Da li ho avuto “la chiamata” per avvicinarmi a un percorso di fede che avevo scartato a priori. Ero stato invitato a partecipare al Cursillos ma avevo declinato, ma grazie a questa esperienza mi sono ricreduto.
Ho frequentato il corso di Cristianità e sono entrato nel consiglio, partecipando per più di 10 anni in maniera attiva dando una mano al movimento stesso .
In questi percorsi ho continuato sempre a portare persone al pellegrinaggio Macerata – Loreto, che è diventato ormai un punto di riferimento per molti.
Ho fatto un percorso di due anni e mezzo con un monaco, che mi ha portato ad un approfondimento di fede ed è stato questo che mi ha spinto ad incamminarmi verso il diaconato.
Avevo iniziato nella scuola di formazione teologica con Mons. Conti che mi aveva accolto poi, dentro la Caritas di Comunanza in un incontro, ho conosciuto Mons. Bresciani e gli ho raccontato il mio percorso. Mons. Bresciani mi ha indirizzato presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose, così mi sono segnato e sto frequentando il terzo anno.
Il 29 Ottobre ho fatto l’ammissione ed anche se il servizio è impegnativo, sono molto contento di portarlo avanti.”
Com’è cambiata la tua vita?
“In famiglia abbiamo condiviso in maniera bella e forte questa novità, questa riscoperta e questo incontro che abbiamo fatto con il Signore.
Altri frutti sono venuti conoscendo, per esempio, il Diario di Santa Faustina e di Madre Speranza.
A seguito di questa conoscenza e approfondimento di questi due diari è nata l’associazione che si chiama “Apostoli della Divina Misericordia”.
Lo scopo è la diffusione del messaggio del diario e fare servizio a persone bisognose del nostro territorio .
E’ una missione che porto avanti con mia moglie ed amici che partecipano a questa associazione.
Ad oggi ci occupiamo anche della Caritas di ben otto comuni cominciando da Montottone fino a Montemonaco. Di Preciso Montelparo, Grottazolina, Montegiorgio, Smerillo, Montefalcone, Force, Comunanza, Amandola, Montefortino, Montemonaco, andando a sopperire dove ci sono dei vuoti caritativi.
L’Associazione si fa carico di queste necessità e, in alcuni casi collabora con le Caritas.
In tutto sono 340 assistiti tutti certificati.”
Come riuscite ad assisterli?
“Mediante il banco delle opere di carità e grazie alla ditta Enzo Gregori di Rubianello abbiamo settimanalmente un servizio frutta e un servizio vestiario.
In questi anni è nata un’amicizia particolare e molto bella con un sacerdote del luogo di una parrocchia di un campo profughi di Monstar (Bosnia H.) he ho avuto modo di conoscerlo in Italia.
Con L’Associazione “Nuovi Orizzonti” di Chiara Amirante , abbiamo messo insieme 5 missioni internazionali; noi come associazione abbiamo messo il materiale mentre la Croce Rossa “comitato dei sibillini “si è occupata del trasporto.
L’ultima missione, in Montenegro, è stata guidata da Cristina Perozzi lo scorso 13 Agosto.”
Qual è stato il momento più toccante che ricordi nell’aiutare le persone bisognose?
“Lo stare accanto a loro; ascoltarli nei loro bisogni mi dà forza e gioia. Questa gioia viene appunto nell’incontrare persone belle e autentiche. Il percorso è iniziato da 7 anni.”
Hai mai visto un cambiamento sociale in questi anni?
“Si, in peggio. Per la prima volta abbiamo incominciato a vestire famiglie italiane in difficoltà che sosteniamo dando aiuti alimentari e di altro genere.
Persone che hanno perso il lavoro che hanno varie difficoltà dovute a patologie o per un fattore di età.
Abbiamo fatto partire con l’aiuto della Caritas un servizio di accompagnamento per le persone disagiate alle visite specialistiche.
Come si può testimoniare Cristo oggi?
Dando ragione della propria fede sull’amore di Gesù Cristo testimoniando il Vangelo. è impegnativo ma porta molti frutti perché è la vera libertà. Gesù Cristo rende liberi. Nella mia vita mi ha infatti sciolto da tante catene.
Il diaconato oltre a vederlo in ragione della mia fede, attraverso il sacramento mi aiuta nell’affrontare il mio servizio nella comunità.
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