“I musei devono sempre di più essere luoghi nei quali si coltiva e si sviluppa la ‘cultura dell’incontro’ che, come ricorda Papa Francesco, è prima di tutto incontro tra persone e gruppi portatori di valori, tradizioni, lingue, visioni religiose e stili di vita plurali”. Lo scrive il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, oggi sul Sole 24 Ore, presentando le realtà dei musei e, in particolare di quelli ecclesiastici. “I musei offrono un contributo decisivo alla scoperta dell’identità; offrono un patrimonio con cui confrontarsi senza sentirsene ingabbiati ma da esso sospinti sempre oltre. ‘Solo una cultura viva, allo stesso tempo fedele alle proprie origini e in stato di creatività – scrive citando Paul Ricoeur -, è capace di sopportare l’incontro con altre culture, e anche di dare un senso a quell’incontro’. A questo contribuiscono i musei, anche quelli piccoli e presenti in realtà periferiche. Essi infatti – aggiunge – non custodiscono soltanto delle ‘cose’, ma la storia di persone e la testimonianza di fede; il presente di un passato importante e fecondo, ma soprattutto il futuro di una comunità che ancora genera e crea, di una comunità che aiuta a riconoscere e sa esprimere – anche attraverso l’arte – i bisogni, la vita, ma soprattutto i sogni, gli ideali e la necessità di Dio”. In Italia le collezioni e le gallerie di proprietà della Chiesa sono oltre 800, i musei diocesani 273. Mons. Galantino ha ricordato anche l’impegno dell’Associazione musei ecclesiastici italiani che, “con risorse insufficienti si spende per la valorizzazione del patrimonio museale, come argine alla tentazione sempre in agguato di relegare la ‘memoria’ nell’ambito marginale della nostalgia, perché intesa come sospensione o evasione del realismo che impone la quotidianità”.

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