“Un buon pastore è costantemente presente nei riguardi del suo gregge, conducendolo mentre cammina al suo fianco”. Così il Papa, incontrando i vescovi del Myanmar, ha declinato la seconda parola-chiave del suo discorso: “Accompagnamento”. “Il pastore dovrebbe avere l’odore delle pecore”, ha ribadito il Papa, ma “anche l’amore di Dio”, ha aggiunto a braccio: “Ai nostri giorni siamo chiamati a essere una Chiesa in uscita per portare la luce di Cristo ad ogni periferia”. “In quanto vescovi, le vostre vite e il vostro ministero sono chiamati a conformarsi a questo spirito di coinvolgimento missionario, soprattutto attraverso visite pastorali regolari alle parrocchie e alle comunità che formano le vostre Chiese locali”, la consegna di Francesco: “È questo un mezzo privilegiato per accompagnare, come padri amorevoli, i vostri sacerdoti nel loro impegno quotidiano a far crescere il gregge in santità, fedeltà e spirito di servizio”. “Siate vicini ai sacerdoti”, ha detto ancora a braccio: “Non dimenticate che il prossimo più prossimo, per un vescovo, è il sacerdote. Che ogni sacerdote non solo sappia, ma senta che ha un padre nel vescovo”. “Continuate a permeare il laicato nello spirito di un autentico discepolato missionario e a ricercare una sapiente inculturazione del messaggio evangelico nella vita quotidiana e nelle tradizioni delle vostre comunità locali”, l’altra esortazione del Papa, secondo il quale “il contributo dei catechisti è al riguardo essenziale; il loro arricchimento formativo deve rimanere per voi una priorità”. “Non dimenticate che i catechisti sono i pilastri di ogni organizzazione”, ha aggiunto a braccio. Francesco ha chiesto, infine, ai vescovi birmani “un impegno speciale nell’accompagnare i giovani”: “Occupatevi della loro formazione ai sani principi morali che li guideranno nell’affrontare le sfide di un mondo in rapido cambiamento”. “Anche le sfide di un mondo minacciato dalle colonizzazioni ideologiche e culturali”, ha aggiunto a braccio. “Il prossimo Sinodo dei vescovi – ha poi ricordato – non solo riguarderà tali aspetti, ma interpellerà direttamente i giovani, ascoltando le loro storie e coinvolgendoli nel comune discernimento su come meglio proclamare il Vangelo negli anni a venire”. “Una delle grandi benedizioni della Chiesa in Myanmar è la sua gioventù e, in particolare, il numero di seminaristi e di giovani religiosi”, ha fatto notare Francesco: “Nello spirito del Sinodo, per favore, coinvolgeteli e sosteneteli nel loro percorso di fede, perché sono chiamati, attraverso il loro idealismo ed entusiasmo, a essere evangelizzatori gioiosi e convincenti dei loro coetanei”.