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365 chiese: una al giorno, per pregare

Mira Tuci

La leggenda racconta che Shasi, ai tempi dei suoi antichi fasti, aveva una densità tale di chiese che i suoi cittadini, fedeli al rito romano cattolico, potevano recarsi ogni giorno dell’anno a pregare in una chiesa diversa. Shasi è una città medievale, oggi situata nel territorio del Montenegro; la sua particolarità è che rappresenta uno degli anelli mancanti tra il patrimonio illiro e il medioevo albanese nelle terre abitate da secoli da popolazione albanese nei pressi della città di Ulqin (Ulcinje). Siamo dunque nella parte occidentale dei Balcani, verso l’Adriatico. Quello che rimane oggi a Shasi sono una quindicina di chiese, in rovina.

Memoria ancora viva. Racconti e testimonianze su questa città vanno molto oltre il medioevo, fino alla mitologia antica. Non solo le chiese ma anche le mura fortificate disegnano una maestosità storica. Per moltissimo tempo la verità di questa città illiro-albanese fu nascosta dalle autorita jugoslave e poi da quelle montenegrine, perché Shasi con il suo sito archeologico, come tante altre località, si ritrova fuori dal confine ufficiale dello Stato albanese.La città medioevale di Shasi si colloca nella parte nordest di Ulqin, in una valle sopra il lago che porta lo stesso nomee dove la leggenda racconta che il re Gent, il più celebre degli Illiri, aveva sepolto per sempre il tesoro di quel popolo. Questi racconti sono ancora vivi tra gli abitanti, come spiega il direttore del Museo di Ulqin, Gazmend Kovaci: “di fronte a un attacco feroce di ‘barbari’ la popolazione accumulò tutto gli ori e si decise di nascondere il tesoro nelle acque del lago”. Ma nonostante innumerevoli ricerche, del tesoro non emerse mai nulla.

Sull’antica via romana. Per visitare questo sito archeologico occorre essere accompagnati da qualche residente del posto, perché non ci sono mappe né indicazioni che potrebbero portare un turista al sito, benché Shasi si trovi a meno di 30 minuti da Ulqin. Shasi, che non è abitata ormai da secoli,

viene considerata una delle più affascinanti “città fantasma” o “citta morte” della costiera Adriatica.

La città antica si trovava sulla via romana Olcinium-Scutarum. Non lontano dalla città, presso il villaggio di Shasi, sono state fra l’altro ritrovate anfore ovoidali che servivano per la sepoltura dei morti; e poco più lontano, nei pressi del Lago Zogaj, si possono vedere testimonianze di insediamenti illiri, confermando che questa zona era abitata sin da tempi remoti.

(Foto: Sami Flamuri)

Nella notte dei tempi. Shasi è nominata per la prima volta in alcuni documenti scritti del IX secolo come una sede episcopale (latino Svacia Civitas). Intorno all’anno 1183 fu invasa da Stefano Nemanja, considerato il padre della grande nazione serba che assoggettò gran parte dei Balcani. Le invasioni mongole devastarono quasi completamente Shasi nel 1242, mentre il sito fu ricostruito dalla regina Helena d’Anzhu. Ma fu nuovamente quasi rasa al suolo dagli attacchi ottomani nel anno 1571. Secondo lo storico Marin Bici, nell’anno 1610 Shasi contava appunto 365 chiese, mentre attualmente fra le rovine si possono individuare 14-15 edifici di culto, fra cui due principali: la cattedrale di San Giovanni, costruita in stile gotico, e la chiesa francescana di Santa Maria. Entrambe datano a circa 1300 anni fa. Secondo gli archeologi tutte le chiese erano abbellite con decorazioni architettoniche e affreschi.

Nuova attenzione. I primi scavi archeologici per la città di Shasi risalgono al 1985: furono rinvenute circa 50 monete (oro, argento e bronzo) risalenti all’epoca bizantina fino al XIII secolo. Altri scavi sono stati effettuati in tempi più vicini. Più di 100 oggetti trovati a Shasi si trovano attualmente al Museo etnografico di Ulqin.Oltre a Shasi, altre città antiche meriterebbero di essere riscoperte, spesso legate al papato, fra le quali Drisht, Danja e Sarda nel territorio dell’odierna Albania,segnalando una continuità culturale e religiosa nella regione. L’attenzione a tali località – importanti per la presenza cattolica nella regione – sta crescendo, sia in ambito culturale-religioso, sia turistico-economico.

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