Nella “dialettica” tra “grande” e “piccolo” c’è la tenerezza di Dio. Lo ha spiegato il Papa, nell’omelia della Messa celebrata ieri a Santa Marta, in cui ha spiegato che il nostro Dio è padre e madre, è “il Dio grande che si fa piccolo e nella sua piccolezza non smette di essere grande. Il grande che si fa piccolo e il piccolo che è grande”. “Il Natale ci aiuta a capire questo”, ha proseguito Francesco: “In quella mangiatoia… il Dio piccolo. Mi viene in mente una frase di san Tommaso, nella prima parte della Somma. Volendo spiegare questo: ‘Cosa è divino? Cosa è la cosa più divina?’, dice: ‘Non coerceri a maximo contineri tamen a minimo divinum est’, cioè non spaventarsi delle cose grandi, ma tenere conto delle cose piccole. Questo è divino, tutti e due insieme”. “Io sono capace di parlare con il Signore così o ho paura? Ognuno risponda”, l’invito del Papa. Poi la possibile obiezione: “Ma qualcuno può dire, può domandare: ‘Ma qual è il luogo teologico della tenerezza di Dio? Dove si può trovare bene la tenerezza di Dio? Qual è il posto dove si manifesta meglio la tenerezza di Dio?’”. “La piaga”, la risposta: “Le mie piaghe, le tue piaghe, quando si incontra la mia piaga con la sua piaga. Nelle loro piaghe siamo stati guariti”.

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