BRUXELLES – “I risultati arrivano se si lavora insieme. L’esempio della Pesco”, comunità europea di difesa, “cui partecipano 25 Stati, è un buon esempio”. Emmanuel Macron, presidente francese, commenta gli esiti del summit accanto ad Angela Merkel, con la quale condivida la conferenza stampa finale del Consiglio europeo a Bruxelles. Macron – dopo aver ricordato la gravità dell’incidente occorso nel suo Paese tra un bus e un treno dove hanno perso la vita 4 ragazzi – pone l’accento su vari argomenti: i “passi avanti” sulla dimensione sociale, quelli su istruzione, patrimonio culturale, quelli sul cambiamento climatico. Sulle migrazioni conferma le parole appena pronunciate dalla cancelliera tedesca Angela Merkel: “Per risolvere il problema dei migranti non basta mostrare solidarietà sul fronte esterno: serve anche quella sul fronte interno”. Sulla riforma di Dublino, specifica poi, “si lavora per trovare una soluzione entro giugno”.
In una sala a poca distanza da quella della conferenza stampa Merkel-Macron, tiene il suo briefing il premier italiano Gentiloni, spiegando che si è registrata al summit una “consapevolezza dei risultati ottenuti nel contrasto ai trafficanti nelle diverse rotte mediterranee”: meno sbarchi, specifica, “meno morti in mare”. Rimane però, aggiunge subito dopo “una indisponibilità a nostro avviso inaccettabile di alcuni Paesi a rispettare le decisioni prese” sull’accoglienza dei rifugiati, e il riferimento va soprattutto ai Paesi dell’est Europa. Gentiloni loda invece Germania e Svezia per l’opera di accoglienza. Si dilunga quindi su quanto si sta facendo in Africa, e in particolare in Libia, per la lotta alla tratta, l’addestramento della guardia costiera, per monitorare e migliorare la situazione dei campi di detenzione dei migranti, per i rimpatri dalla Libia ai Paesi di origine. Poi afferma che occorre “spostare gradualmente l’attenzione dal traffico irregolare gestito da criminali a una situazione di immigrazione legale, controllata, organizzata”. La “migrazione economica proseguirà, per almeno 20 anni, e la scommessa è: siamo in grado di avere flussi regolari, che perfino aiutino le nostre economie, anziché” una migrazione non controllata, che “diffonde disagi e si presta a chi semina paure contro i migranti stessi?”.
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