“La fecondità sempre è una benedizione di Dio”. Lo ha affermato questa mattina Papa Francesco, nell’omelia della Messa celebrata a Casa Santa Marta. Secondo quanto riferisce Radio Vaticana, il Papa ha incentrato la sua riflessione sulle parole “sterilità” e “fecondità”. “Mi vengono un po’ alla mente – ha osservato Francesco – alcuni Paesi che hanno scelto la via della sterilità e patiscono di quella malattia tanto brutta che è l’inverno demografico. Non fanno figli. ‘No, che il benessere, che questo, che l’altro…’. Paesi vuoti di bambini e questa non è una benedizione”. La fecondità è un segno di Dio. E Francesco ha ricordato che “è vero, il diavolo vuole la sterilità. Vuole che ognuno di noi non viva per dare vita, sia fisica sia spirituale, agli altri”. “Che viva per se stesso: l’egoismo, la superbia, la vanità. Ingrassare l’anima senza vivere per gli altri. Il diavolo – ha proseguito – è quello che fa crescere la zizzania dell’egoismo e non ci fa fecondi”. Per il Papa, la fecondità è una grazia da chiedere a Dio. È una grazia avere figli che ci chiudano gli occhi alla nostra morte, ha sottolineato Francesco, citando l’esempio di un anziano missionario della Patagonia che, novantenne, diceva che la sua vita era passata come un soffio, ma aveva tanti figli spirituali accanto a sé nell’ultima sua malattia. Riferendosi all’ormai imminente Natale, il Papa ha evidenziato che “qui c’è una culla vuota, la possiamo guardare. Può essere simbolo di speranza perché verrà il Bambino, può essere un oggetto da museo, vuota tutta la vita”. “Il nostro – ha ammonito – cuore è una culla. Com’è il mio cuore? È vuoto, sempre vuoto, ma è aperto per ricevere continuamente vita e dare vita? Per ricevere ed essere fecondo? O sarà un cuore conservato come un oggetto da museo che mai è stato aperto alla vita e a dare la vita?”. Francesco ha concluso suggerendo di guardare alla culla vuota e di dire: “Vieni Signore, riempi la culla, riempi il mio cuore e spingimi a dare vita, ad essere fecondo”.