Pubblichiamo l’omelia del Vescovo Carlo Bresciani pubblicata la notte di Natale
“Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce” così il profeta Isaia nella prima lettura di questa messa di mezzanotte. L’angelo del Signore si presentò ai pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge e la gloria del Signore li avvolse di luce, dice il Vangelo di Luca. Viene posta una relazione tra la notte -l’oscurità, le tenebre- e la luce di Gesù che nasce in questo mondo.
Se, da una parte, il racconto dell’evangelista Luca dice che Gesù è nato nella notte quando tutti dormivano, dall’altra, il profeta Isaia parla di un popolo che camminava nelle tenebre, alludendo, non tanto alle tenebre notturne, quanto all’incertezza e all’insicurezza del cammino di un popolo che non vede bene la meta e lo scopo del proprio cammino, proprio come colui che procede barcollando senza discernere bene dove sta andando. Gesù nasce di notte, ma dentro un’umanità che cammina barcollando senza avere chiara una meta.
Questa era la situazione dell’umanità di allora, ma possiamo dire che per tanti aspetti è la situazione dell’umanità di oggi, che magari ha trasformato la notte in tempo di divertimento (non sempre sano) e non di riposo, ma che manca di quella luce che dà senso alla vita e la riempie di speranza nel futuro. Nasce, per quanto riguarda noi occidentali, in una società che, nonostante la crisi, è opulenta rispetto alla gran parte del mondo, ma è sempre più insoddisfatta, malcontenta e incerta sul proprio futuro.
Siamo qui numerosi questa notte a celebrare la nascita di Gesù. Forse ci troviamo anche noi tra gli incerti, gli insicuri e i malcontenti: siamo tra quelli che almeno per certi aspetti camminano nelle tenebre. Che luce cerchiamo da Gesù questa notte? In quale notte della nostra vita vogliamo che egli entri? In quale notte della nostra vita vogliamo lasciarlo entrare, perché la sua gloria ci avvolga di luce?
L’angelo del Signore annuncia anche a noi, questa notte, la venuta del Figlio di Dio su questa terra; come ha fatto con i pastori ci dice “non temete, ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo, oggi nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore”.
Per qualcuno di noi forse si tratta delle tenebre della malattia o della vecchiaia in solitudine; per altri delle tenebre di un fallimento matrimoniale o della perdita di una persona cara; per altri delle tenebre di una vita senza senso annegata nell’oblio del divertimento, dell’alcool o della droga; per altri ancora delle tenebre della povertà materiale o spirituale. Molte sono le tenebre che possono attraversare la nostra vita.
La domanda che ci facciamo questa notte è: come lasciamo entrare la luce di Cristo Signore dentro queste tenebre che sembrano bloccare il nostro cammino? Come Gesù Signore può essere luce dentro queste realtà? Se la nascita di un bambino naturalmente ci commuove e desta sentimenti di tenerezza, cosa significa per me la nascita del Figlio di Dio da Maria vergine? Che luce può portare alla mia vita?
C’è solo una luce che può riempire la vita di un essere umano e questa è l’amore. La luce del Natale è questa: Dio ama l’uomo, ama me, ama te, ama ognuno di noi. Solo l’amore dà senso alla vita, solo l’amore è capace di dare speranza di futuro, solo l’amore risana le ferite della vita. C’è un Amore, quello di Dio, che non si lascia fermare da nessuna notte, nessuna tenebra lo può fermare. È una luce che penetra tutte le tenebre, le nostre e quelle del mondo intero. Nessun rifiuto umano lo può fermare, ma è un amore che non si impone con la forza: come ogni vero amore si offre e chiede di essere accolto.
Anche noi questa notte siamo qui davanti a Dio con questo grande desiderio di amore nel cuore, anche noi abbiamo bisogno di questa luce dentro le oscurità della nostra vita che molto spesso si è rifiutata di amare, rendendosi non amabile mentre desiderava essere amata. Gesù con la luce del suo Natale ci indica la luce capace di illuminare il cammino della nostra vita: quella di imparare non solo a desiderare di essere amati, ma soprattutto ad amare, anche facendosi piccoli come lui ha fatto, mettendosi nelle nostre povere e spesso ingrate mani umane.
Cerchiamo luce per la nostra vita e per il nostro futuro: carissimi c’è una sola luce che può vincere ogni male del mondo, è quella che Gesù facendosi uomo ci indica: l’amore che si dona, che è capace di condividere, di farsi piccolo per andare incontro a chi è nel bisogno di essere amato. Impariamo da Gesù ad essere luce, a donare luce d’amore e “la gloria del Signore ci avvolgerà della sua luce”
Buon Natale, carissimi. Auguro a tutti voi che un raggio dell’amore di Dio, nato per noi in Betlemme di Giudea, penetri e prenda dimora nel vostro cuore così da essere anche voi luce per i vostri cari e per tutti.
Buon Natale.