Parlando di educazione ecologica durante l’udienza in Vaticano all’Aimc, in occasione della conclusione del congresso nazionale, Papa Francesco ha chiarito: “Naturalmente non si tratta solo di dare alcune nozioni, che pure vanno insegnate. Si tratta di educare a uno stile di vita basato sull’atteggiamento della cura per la nostra casa comune che è il creato”. “Uno stile di vita – ha precisato – che non sia schizofrenico, che cioè, ad esempio, si prenda cura degli animali in estinzione ma ignori i problemi degli anziani; o che difenda la foresta amazzonica ma trascuri i diritti dei lavoratori ad un giusto salario, e così via. Questa è schizofrenia. L’ecologia a cui educare dev’essere integrale”. E soprattutto “l’educazione deve puntare al senso di responsabilità: non a trasmettere slogan che altri dovrebbero attuare, ma a suscitare il gusto di sperimentare un’etica ecologica partendo da scelte e gesti di vita quotidiana”. Dunque, “uno stile di comportamento che nella prospettiva cristiana trova senso e motivazione nel rapporto con Dio creatore e redentore, con Gesù Cristo centro del cosmo e della storia, con lo Spirito Santo fonte di armonia nella sinfonia del creato”.
Il Pontefice ha aggiunto anche “una parola sul valore di essere e fare associazione”: “È un valore da non dare per scontato, ma da coltivare sempre”. Di qui l’esortazione “a rinnovare la volontà di essere e fare associazione nella memoria dei principi ispiratori, nella lettura dei segni dei tempi e con lo sguardo aperto all’orizzonte sociale e culturale”. “Non abbiate paura delle differenze e anche dei conflitti che normalmente ci sono nelle associazioni laicali. Non nascondeteli, ma affrontateli con stile evangelico, nella ricerca del vero bene dell’associazione, valutato sulla base dei principi statutari – l’invito -. L’essere associazione è un valore ed è una responsabilità, che in questo momento è affidata a voi. Con l’aiuto di Dio e dei pastori della Chiesa, siete chiamati a far fruttare questo talento posto nelle vostre mani”.

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