E’ quanto ci ricorda papa Francesco nel messaggio per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra domenica 14 gennaio 2018. Egli spiega anche il perché di questa attenzione della Chiesa ai migranti e rifugiati: “Durante i miei primi anni di pontificato ho ripetutamente espresso speciale preoccupazione per la triste situazione di tanti migranti e rifugiati che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dai disastri naturali e dalla povertà. Si tratta indubbiamente di un “segno dei tempi” che ho cercato di leggere, invocando la luce dello Spirito Santo sin dalla mia visita a Lampedusa l’8 luglio 2013. Nell’istituire il nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ho voluto che una sezione speciale, posta ad tempus sotto la mia diretta guida, esprimesse la sollecitudine della Chiesa verso i migranti, gli sfollati, i rifugiati e le vittime della tratta”. Si legge ancora: “Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un’occasione di incontro con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca (cfr Mt 25,35.43). Il Signore affida all’amore materno della Chiesa ogni essere umano costretto a lasciare la propria patria alla ricerca di un futuro migliore. Tale sollecitudine deve esprimersi concretamente in ogni tappa dell’esperienza migratoria: dalla partenza al viaggio, dall’arrivo al ritorno. E’ una grande responsabilità che la Chiesa intende condividere con tutti i credenti e gli uomini e le donne di buona volontà, i quali sono chiamati a rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee con generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie possibilità”.
Nella nostra diocesi si incontreremo per riflettere su questo tema nel prossimo incontro di formazione che si terrà mercoledì 7 febbraio , mentre domenica 14 gennaio ogni parrocchia è invitata a dare risalto a questa giornata nella celebrazione Eucaristica e, dove è possibile anche con iniziative concrete come momenti di incontro, scambi di convivialità tra famiglie, sostegno ai cristiani profughi, ospitalità in appartamento, accompagnamento per necessità sanitarie, ricerca lavoro, permessi di soggiorno, quali segni di comunione e di prossimità. Piccoli gesti ma di grande valore.
Come e da chi nasce questa Giornata dell’immigrato e del rifugiato.
La storia è un po’ intricata. La Giornata delle Migrazioni è stata istituita dal Papa S. Pio X nel 1914, però a livello nazionale: era dunque un appuntamento che riguardava la Chiesa italiana. Solo nel 2005 diventa “MONDIALE” e quindi riguarda la Chiesa cattolica sparsa in tutto il mondo.
Quando fu istituita, la giornata aveva come scopo quello di rendere solidale la Chiesa con le migliaia di persone che lasciavano l’Italia, gli “emigranti” italiani che cercavano lavoro e condizioni di vita migliori in altri Paesi, in Europa, in America, in Australia (furono ben 27 milioni gli Italiani che partirono nell’arco di un secolo -dal 1876 al 1976. Storia rimossa dalla coscienza collettiva nell’Italia di oggi…storia ripercorsa recentemente da scrittori e registi coraggiosi!)
Solo a partire dal 2006 la Giornata Mondiale delle Migrazioni viene celebrata nella 2° domenica dopo l’Epifania. Con il mutare della società italiana – divenuta dai primi anni ’80 terra di immigrazione – l’attenzione si sposta verso le persone “in mobilità” : quindi non solo si prega e si offre per gli emigrati italiani all’estero, ma si è invitati a pregare, a sensibilizzare, a rendersi solidali con coloro che vivono, in varie forme, la mobilità umana: gli immigrati, i rifugiati, i profughi e richiedenti asilo, i rom e i sinti, le genti.
In allegato il Messaggio di Papa Francesco e i venti punti di azione pastorale per rispondere a rifugiati e migranti.
Messaggio Papa francesco per la giornta mondiale del migrante e del rifugiato
20-Punti-di-Azione-Pastorale-migranti-2018