A differenza dello scrittore De Mello che accomuna a razzolare polli ed aquile,a me succede di vedere tanti polli che credendo di essere aquile, tentano di librarsi nell’aria saltando da un pollaio all’altro, e fanno quei pochi metri con un chiasso assordante.
Quante aquile mancano nell’olimpo politico!
Questa campagna elettorale verrà ricordata come la più chiassosa, quella delle accuse, delle offese, del vilipendio, del delirio di onnipotenza.
De Mello nelle sue ormai stucchevoli osservazioni, dice di trovarsi in un mondo di addormentati che stentano a svegliarsi; forse in Oriente ,per debolezza da astinenza, da noi, società del consumo e del benessere, si è talmente nevrotici che anche il rumore di un cucchiaio che cade, ci fa scattare. E i più svegli sono i giovani che sono sempre più irrequieti e pronti a captare tutto quanto ,sia nel bene sia nel male, ruota intorno a loro. Può succedere di addormentarsi per droga, per evadere da un mondo dove non trovano più contenuti, più valori e dove grazie anche a questo tipo di politica,sembra di stare sempre in discoteca. Se si continua così l’unico ad avvantaggiarsi sarà il partito del non-voto. E’ impressionante il numero di quanti manifestano il desiderio di non andare a votare.
Da più parti arrivano inviti a noi cattolici per un impegno politico e di tornare a pensare politicamente.
Agli uomini che intendono impegnarsi in politica, vorrei suggerire la lettura di un libretto edito dalla San Paolo e che ha come personaggio il mai dimenticato “don Tonino Bello”,Vescovo di Molfetta,ricordato dal suo confratello Luigi Bettazzi. Si possono leggere pagine stupende in cui il Vescovo dei poveri e della pace invita “gli uomini della città impegnati sul versante sociale e politico ad essere uomini capaci di misericordia.
E per compiere questa opera di misericordia occorre rimanere fedeli a Dio (oppure al senso globale delle cose,alla visione metastorica) e fedeli all’uomo. E per meglio spiegare questo concetto Mons.Bello , si rifà al teologo luterano Dietrich Bonhoeffer, il quale nel campo di concentramento nazista il 20 gennaio 1944 scrisse: “Dio e la sua eternità devono essere amati da noi pienamente. Ma questo amore non deve nuocere ad un amore terrestre, né affievolirlo”. E don Tonino aggiunge: “Chi non fa sintesi partendo da questi due punti di fuga, non potrà essere uomo di misericordia. Chi invece di oscillare sistematicamente tra queste due polarità,si cristallizza su una di esse,credente o non credente,tutto può fare meno che il politico. Se afferma di credere solo in Dio,sarà un fanatico,un despota,un assolutista intransigente che fa abuso ideologico di Dio a scopo strumentale. Se afferma di credere solo nell’uomo,sarà un intrigante,un maneggione impastato di squallido pragmatismo,un faccendiere di piccolo cabotaggio”.
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