DIOCESI – Lectio delle Monache Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto
Dio alla ricerca dell’uomo o l’uomo in cerca di Dio? Dio desideroso dell’uomo o l’uomo desideroso di Dio? Dio bisognoso dell’uomo o l’uomo bisognoso di Dio?
La liturgia di questa domenica ci mostra la bellezza di una fede che è, essenzialmente, relazione di amore tra Dio e l’uomo.
Dio e l’uomo: un continuo cercarsi, un continuo trovarsi, un continuo perdersi per poi ritrovarsi.
«…gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta»: la gente cerca Gesù, lo cerca per ascoltare la sua Parola, per essere guarita, per essere liberata, per essere salvata.
«…Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!”»: i discepoli cercano Gesù, cercano quell’uomo che, anche se incontrato da poco, ha saputo far ardere il loro cuore, dar loro un orizzonte e una prospettiva nuovi, una Parola certa di vita e di speranza.
L’uomo è in continua ricerca di Dio…ed è bello scoprire che, proprio questo Dio che noi cerchiamo, è alla continua ricerca dell’uomo.
«La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva». Dio è alla ricerca dell’uomo perché desidera prendersi cura di lui. Canta il salmista: «[Dio] risana i cuori affranti e fascia le loro ferite…il Signore sostiene i poveri, ma abbassa fino a terra i malvagi». Il Signore sostiene, rialza, ci prende per mano per dirci e ridirci, ogni volta, il suo essersi «fatto debole per i deboli», «tutto per tutti», «servo di tutti per guadagnarne il maggior numero», per farci diventare partecipi di quel Vangelo, di quel lieto annuncio, di quella buona novella che è Parola di salvezza per la nostra vita.
Infatti, «egli conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome»: non è un piccolo gregge che il Signore si vuole riservare, non è per pochi eletti il suo annuncio di salvezza, ma per l’infinito popolo di Dio. «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto»: il Signore è in continuo movimento, il suo è un camminare perenne in mezzo all’umanità tutta intera, in compagnia di ogni uomo.
E dove vuole condurci? Perché ci cerca? «Al mattino presto si alzò quando era ancora buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava»: Gesù cerca l’incontro con il Padre, quel Padre che solo lo può sostenere, consolare, rinfrancare, il solo in cui può riposare e trovare riparo. E vuole condurre anche noi alla scoperta di questo Dio che, prima di tutto è Padre; perché è proprio Dio come Padre che, nelle esperienze e nelle situazioni più buie, spesso perdiamo di vista.
E’ quello che è successo a Giobbe: ha smarrito il Dio che è Padre e vede, al termine della sua giornata, solo «mesi d’illusione e notti di affanno», che quasi gli fanno “invidiare” la vita dello schiavo e del mercenario che, almeno, a fine giornata, ricevono il giusto riposo e compenso.
Gesù ci cerca proprio in questi frangenti di vita, ci cerca per accompagnarci nella nostra ricerca di quel Padre che, unico, può saziare il nostro bisogno di vita. «Risanaci, Signore, Dio della vita».
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