Preghiera, elemosina e digiuno sono le tre pratiche quaresimali che il Papa cita al termine del messaggio per la Quaresima come “rimedio” alla “mancanza di amore”. “Dedicando più tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi, per cercare finalmente la consolazione in Dio”, spiega Francesco: “Egli è nostro Padre e vuole per noi la vita”. L’esercizio dell’elemosina, prosegue il Papa, “ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello: ciò che ho non è mai solo mio”. “Come vorrei che l’elemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita!”, l’auspicio di Francesco: “Come vorrei che, in quanto cristiani, seguissimo l’esempio degli apostoli e vedessimo nella possibilità di condividere con gli altri i nostri beni una testimonianza concreta della comunione che viviamo nella Chiesa”. A questo proposito, il Papa fa sua l’esortazione di san Paolo, quando invitava i Corinti alla colletta per la comunità di Gerusalemme: “Si tratta di cosa vantaggiosa per voi”. “Questo vale in modo speciale nella Quaresima, durante la quale molti organismi raccolgono collette a favore di Chiese e popolazioni in difficoltà”, l’appello. “Ma come vorrei che anche nei nostri rapporti quotidiani, davanti a ogni fratello che ci chiede un aiuto, noi pensassimo che lì c’è un appello della divina Provvidenza”, il desiderio del Papa per la nostra vita quotidiana: “Ogni elemosina è un’occasione per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli; e se egli oggi si serve di me per aiutare un fratello, come domani non provvederà anche alle mie necessità, Lui che non si lascia vincere in generosità?”. Il digiuno, infine, “toglie forza alla nostra violenza, ci disarma, e costituisce un’importante occasione di crescita”: da una parte, osserva Francesco, “ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame; dall’altra, esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontà e assetato della vita di Dio. Il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame”.