“Il velo dell’indifferenza dev’essere squarciato” per “salvare, in più di un caso, vite umane”. “Se verso Asia Bisi non è stata eseguita la condanna a morte è perché nei suoi confronti c’è stato un minimo di attenzione. Per questo ci vuole un’attenzione più ampia per le tante Asia Bibi che sono sparse in luoghi di persecuzione”. Lo ha affermato questa mattina il presidente di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) Italia, Alfredo Mantovano, nel corso della presentazione dell’evento promosso da Acs per il 24 febbraio, quando il Colosseo sarà colorato di rosso per accendere i riflettori sulla persecuzione dei cristiani nel mondo. In contemporanea si tingeranno di rosso anche due luoghi simbolo del martirio: la chiesa di san Paolo a Mosul in Iraq e la cattedrale maronita di sant’Elia ad Aleppo in Siria. Mantovano ha ricordato come “il Colosseo è il luogo simbolo del martirio” in cui si sono vissute “pagine di storie che non si cancellano così come non si cancella quello che diceva Giovanni Paolo II quando esortava a non perdere di vista i nuovi Colossei sparsi nel mondo secondo quella geografia delle persecuzioni”. Il presidente ha ricordato anche come “Papa Francesco con assiduità dedichi interventi per ricordare che l’area della persecuzione è molto più ampia e consistente e coinvolge molte più persone rispetto all’epoca dell’impero romano”. Secondo Mantovano, per le persecuzioni, “ci troviamo di fronte all’abbandono di intere fette di popolazione in larga parte del mondo, con un impoverimento non solo religioso e della confessione praticata ma delle stesse Nazioni che ospitano minoranze cristiane che sono il sale che dà sapore e animano il contesto sociale in cui sono inserite”. Per questo l’evento del 24 febbraio è un invito a “cogliere la verità della persecuzione dei cristiani per difendere la libertà di tutti”.
L’iniziativa di colorare di rosso il Colosseo, come avvenuto in passato per la Fontana di Trevi e altri monumenti nel mondo, è stata definita “una sobria provocazione” dal direttore di Acs-Italia, Alessandro Monteduro. Un modo – ha aggiunto – “per richiamare l’attenzione della comunità internazionale sulla violazione della libertà religiosa di tutte le minoranze e, in particolar modo, della comunità cristiana che è la minoranza religiosa maggiormente oppressa, discriminata e perseguitata”. Monteduro, in relazione alle elezioni del 4 marzo, ha lanciato un “appello alle larghe intese sul tema della difesa della libertà religiosa, qualunque sia l’esito elettorale”.

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