“I servizi sanitari di base sono a rischio per circa 750mila bambini a Mosul e nell’area circostante; anche se le violenze si sono attenuate, meno del 10% delle strutture sanitarie nel Governatorato di Ninive funziona pienamente; quelle operative sono sfruttate al loro limite massimo”. Lo denuncia l’Unicef in una nota, nella quale sottolinea che “tre anni di intense violenze hanno devastato le strutture sanitarie in Iraq. Oltre il 60% di queste strutture è stato ripetutamente attaccato, ostacolando gravemente l’accesso dei bambini e delle loro famiglie ai servizi sanitari di base”. “Lo stato del sistema sanitario dell’Iraq è allarmante. Per donne in stato di gravidanza, neonati e bambini, malattie prevenibili e curabili possono rapidamente diventare una questione di vita o di morte”, dichiara Peter Hawkins, rappresentante dell’Unicef in Iraq, che ha appena visitato l’ospedale di Al Khansa a Mosul, il più grande della città. “Le strutture mediche sono utilizzate oltre la loro capacità e c’è una grave carenza di medicine salvavita”.
L’Unicef per il 2018 richiede 17 milioni di dollari per supportare in Iraq la ricostruzione delle strutture sanitarie per i bambini, dopo aver già fornito il Paese di 160 celle frigorifere per conservare i vaccini per i bambini nel governatorato di Ninive, vaccinato circa 500mila bambini contro polio e morbillo a Ninive, distribuito circa 180mila supplementi di vitamina A, e raggiunto con i suoi partner 2,4 milioni di persone vulnerabili, compresi oltre 1 milione di bambini, con pacchetti salvavita di assistenza che contenevano acqua, cibo e kit igienici.