“Accogliamo questa notizia con gioia. Il miracolo è il segno che il Signore è ancora all’opera nella nostra vita, nella Chiesa, nelle nostre comunità. Un miracolo è come la parte emersa di un oceano di grazie che accadono a Lourdes. Al di là di questo miracolo, c’è tutto un lavoro che il Signore fa nei nostri cuori, nei cuori dei fedeli”. Sono le prime parole pronunciate dal vescovo di Tarbes e Lourdes, monsignor Nicolas Brouwet, raggiunto telefonicamente dal Sir per commentare la notizia del riconoscimento ufficiale della guarigione di una religiosa. Si tratta di suor Bernadette Moriau ed era affetta da molti anni da una grave malattia che le procurava una paralisi progressiva. Il suo è il 70° miracolo avvenuto a Lourdes.
Suor Moriau è una religiosa delle Francescane Oblate del Sacro Cuore di Gesù. Il miracolo in realtà risale a 10 anni fa quando nel luglio 2008, la religiosa partecipò a un pellegrinaggio diocesano a Lourdes. La guarigione avvenne al suo ritorno nella comunità di Besles, presso Beauvais. “Nella grotta – racconta oggi la suora – ho avvertito la presenza misteriosa di Maria e della piccola Bernadette… In nessuno caso io ho mai domandato la guarigione. Ho domandato la conversione del cuore e la forza per proseguire il mio cammino di ammalata”. Il caso fu poi come di prassi sottoposto ed esaminato dal Bureau Médical Internationalde Lourdes e il verdetto decretò (tutti i medici, tranne uno) che la guarigione di suor Moriau “resta inspiegabile allo stato attuale delle nostre conoscenze scientifiche”.
“Non c’è logica ma una saggezza del Signore”, dice il vescovo di Lourdes rispondendo alla domanda come mai il Signore abbia scelto proprio lei per fare un miracolo e non qualcun altro. “Ha scelto quella persona – spiega mons. Brouwet – per dare un segno alla Chiesa. Questa suora non aveva chiesto di guarire ma aveva invocato una conversione del cuore, nel suo pellegrinaggio. Un po’ come nel Vangelo: Gesù non guarisce tutti ma alcuni per manifestare al mondo che la potenza della Salvezza è all’opera nell’umanità. Il miracolo donato ad alcuni è il segno della Sua presenza e del Suo desiderio di salvezza, non soltanto per il corpo ma per la persona intera”.
L’annuncio del miracolo, o meglio del riconoscimento ufficiale della guarigione, è stato fatto domenica 11 febbraio, nel giorno della festa di Nostra Signora di Lourdes e nel 160° anniversario delle apparizioni della Vergine alla veggente Bernadette Soubirous. Il Santuario è meta ogni anno di centinaia di migliaia di pellegrini. Ma il vescovo Brouwet tiene a precisare che “la prima grazia di Lourdes è la presenza dei malati. Se da altre parti, nel mondo, la malattia è nascosta, a Lourdes gli ammalati e i deboli vengono messi al centro e li serviamo.
Lourdes rappresenta una società al rovescio.
Gli ammalati mostrano chi siamo e ci aiutano ad essere veri con noi stessi e con Dio. Accanto agli ammalati – ed è questa l’esperienza più autentica che si fa a Lourdes – , siamo tutti messi di fronte alla verità della nostra esistenza con le nostre povertà e debolezze e di fronte alla Misericordia del Signore. Quali siano le nostre debolezze, i nostri limiti, addirittura il nostro peccato, qui a Lourdes siamo tutti presi per mano per come siamo”.
La notizia di una guarigione avvenuta nel santuario di Lourdes può suscitare in tanti la speranza di ricevere un miracolo “a tutti i costi”.“Sì, può accadere”, ammette il vescovo. “Ma credo che siano veramente poche le persone che arrivano qui per chiedere il miracolo di una guarigione. Vedo soprattutto persone che vengono a Lourdes per pregare ed essere rafforzate nella loro fede. Nei malati che arrivano a Lourdes, noi vediamo prima di tutto la gioia di vivere con gli altri, di essere circondati dalla tenerezza, dall’ascolto, dal dialogo. La malattia spesso viene vissuta in solitudine. Il vero miracolo di Lourdes non è la guarigione ma è l’amore degli altri ed è questo sguardo nuovo con il quale si accoglie la debolezza dell’altro, che può cambiare i cuori e le nostre società”.
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