GROTTAMMARE – “Se io mi moro oggi non me ne frega un ca… c’è da salvare la vita di un bambino!” avrà pensato il ragazzo che la settimana scorsa si è tolto lo zaino e si è gettato nei binari della metro di Milano per riprendere un bambino cadutoci dentro, mentre il tabellone indicava che mancava un minuto e mezzo all’arrivo del treno. Forse non avrà avuto il tempo di fare questo pensiero, ma la sostanza è questa.
“Se io mi moro oggi non me ne frega un ca… tanto sono morto tanti anni fa” lo ha detto, invece, il ragazzo che, sempre la settimana scorsa, a Grottammare si è schiantato contro la rotatoria dopo una corsa folle con la sua auto.
Due video virali sul web. Due video, due ragazzi, due modi di rischiare la vita, due fatti che essendo accaduti quasi insieme, mi hanno portato a fare una riflessione.
Il vero coraggioso è colui che rischia la vita perché la ama, la ama così tanto che è disposto a mettere a rischio la sua per salvare la vita dell’altro. Non è coraggio, invece, rischiare la vita perché “non te ne frega un c.” della vita, non è coraggio mettere a rischio la vita degli altri perché “sei già morto tanti anni fa…”. Non “fai la storia perché ti incolli uno che stai sorpassando”.
Nel video di Grottammare non c’è nulla di coraggioso. Un gesto di spavalda disperazione che tutti hanno sentito la necessità di guardare sui social, ma nessuno ha avuto il tempo di rifletterci se non con esclamazioni di sdegno.
Io, però vorrei avvicinarmi a questa storia cercando di capire se ha a che fare con me. Non conosco né il ragazzo del video di Grottammare né quello di Milano, ma conosco i sogni dei bambini, i sogni di quando eravamo piccoli, i miei sogni. Siamo cresciuti tutti con gli stessi sogni e abbiamo immaginato di essere uomini coraggiosi che salvavano altre vite umane.
“Se io mi moro oggi non me ne frega un ca… tanto sono morto tanti anni fa” lo ha detto, invece, il ragazzo che, sempre la settimana scorsa, a Grottammare si è schiantato contro la rotatoria dopo una corsa folle con la sua auto.
Due video virali sul web. Due video, due ragazzi, due modi di rischiare la vita, due fatti che essendo accaduti quasi insieme, mi hanno portato a fare una riflessione.
Il vero coraggioso è colui che rischia la vita perché la ama, la ama così tanto che è disposto a mettere a rischio la sua per salvare la vita dell’altro. Non è coraggio, invece, rischiare la vita perché “non te ne frega un c.” della vita, non è coraggio mettere a rischio la vita degli altri perché “sei già morto tanti anni fa…”. Non “fai la storia perché ti incolli uno che stai sorpassando”.
Nel video di Grottammare non c’è nulla di coraggioso. Un gesto di spavalda disperazione che tutti hanno sentito la necessità di guardare sui social, ma nessuno ha avuto il tempo di rifletterci se non con esclamazioni di sdegno.
Io, però vorrei avvicinarmi a questa storia cercando di capire se ha a che fare con me. Non conosco né il ragazzo del video di Grottammare né quello di Milano, ma conosco i sogni dei bambini, i sogni di quando eravamo piccoli, i miei sogni. Siamo cresciuti tutti con gli stessi sogni e abbiamo immaginato di essere uomini coraggiosi che salvavano altre vite umane.
Ma poi è accaduto che questi sogni di bambino all’improvviso si infrangessero contro il muro della realtà.
Ci siamo ritrovati adulti e come accade spesso i sogni svaniscono. Però c’è una speranza e ce lo ricorda il video di Milano. In quel video si vede un ragazzo che non è certamente un eroe e al quale magari la vita ha dato tanto (ma anche no!) che in quell’istante ha avuto coraggio, quello vero! E nemmeno lui “farà la storia” perché in fondo ha fatto ciò che andava fatto. Ma il punto è che in quel video si vede un ragazzo che dà l’idea di uno che ama la vita così tanto che perderebbe la sua per proteggere la vita di un altro, addirittura di uno sconosciuto. E’ uno di quei video che ti fanno venir voglia di amare perché un altro ha amato.
In quel video c’è il nostro sogno che si realizza. C’è quell’imperativo scritto nel nostro cuore, “Ama!”, che si fa carne che diventa sostanza, realtà, vita! Quel video ti fa venire voglia di ricominciare a sognare!
E da quel video mi rendo conto che il coraggio di rischiare la vita non è quando “non me ne frega un c… tanto sono morto tanti anni fa”, ma quando “non me ne frega un ca… perché c’è da salvare la vita di un bambino!” cioè quando consideri la tua stessa vita così preziosa da farti amare la vita degli altri più della tua.
E da quel video mi rendo conto che il coraggio di rischiare la vita non è quando “non me ne frega un c… tanto sono morto tanti anni fa”, ma quando “non me ne frega un ca… perché c’è da salvare la vita di un bambino!” cioè quando consideri la tua stessa vita così preziosa da farti amare la vita degli altri più della tua.
Ma c’è anche un desiderio in me, che questi due video non passino invano. Cesare Pavese in una sua poesia scriveva rivolgendosi alla speranza: “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, trovando la speranza solo nella morte.
Io, invece, vorrei tanto che tutti noi potessimo riconoscere gli occhi della speranza in un bambino tirato fuori dai binari di una metro e, senza fare gli eroi, iniziassimo veramente a salvare le vite del nostro prossimo attraverso uno sguardo d’amore, un gesto, una parola di condivisione.
Vorrei che fossimo capaci di ascoltare e abbracciare l’altro per quello che è. Porgere la mano per tirare fuori l’altro dalle “rotaie” della povertà, della sofferenza, della solitudine, dell’indifferenza. Vorrei che fossimo capaci di guardare un video e chiederci: come mai? Dove sono stato io? E soprattutto, posso fare qualcosa anche io?
Perché alla fine dei conti, salvare l’altro significa salvare noi stessi.
Spero, che questi due video, ci aiutino a portare avanti un cambiamento, il nostro. Piuttosto che dimenticarcene per passare al prossimo che sarà sicuramente più virale.
Spero, che questi due video, ci aiutino a portare avanti un cambiamento, il nostro. Piuttosto che dimenticarcene per passare al prossimo che sarà sicuramente più virale.
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