Il frate cappuccino ricorda che l’atteggiamento di Gesù verso il mondo è quello di “essere nel mondo, ma non del mondo”, che in se stesso, nonostante tutto, è una realtà buona in quanto creato da Dio. Quindi, padre Cantalamessa analizza il rapporto fra il pensiero cristiano e il “mondo” lungo i secoli, fino alla cosiddetta “teologia della secolarizzazione” che finisce nell’ideale di una fuga “verso” il mondo, cioè una mondanizzazione. “Sappiamo già – spiega padre Cantalamessa – qual è, per il Nuovo Testamento, il mondo al quale non dobbiamo conformarci: non il mondo creato e amato da Dio, non gli uomini del mondo ai quali, anzi, dobbiamo andare sempre incontro, specialmente i poveri, gli ultimi, i sofferenti. Il ‘mescolarsi’ con questo mondo della sofferenza e dell’emarginazione è, paradossalmente, il miglior modo di ‘separarsi’ dal mondo, perché è andare là, da dove il mondo rifugge con tutte le sue forze. È separarsi dal principio stesso che regge il mondo, che è l’egoismo”.
Il terreno di “scontro primario” fra il cristiano e il “mondo” è la fede, dice padre Canatalamessa che fa riferimento alle “conclusioni che tirano gli scienziati non credenti dall’osservazione dell’universo” e altri: nel migliore dei casi “Dio viene ridotto a un vago e soggettivo senso del mistero e Gesù Cristo non è neppure preso in considerazione”. L’“adattamento allo spirito dei tempi” è quando il mondo addormenta le persone succhiando le energie spirituali e iniettando una specie di liquido soporifero.
Infine, un monito a non confermarsi all’ambito delle immagini, nel senso che bisogna “digiunare dalle immagini del mondo”, mentre oggi si digiuna solo per mantenere la linea. Un aspetto che riguarda spesso internet. E se accade di essere turbati da alcune immagini, il suo invito è a guardare il Crocifisso o andare davanti al santissimo. All’inizio di questa Quaresima bisogna, quindi, “passare dal mondo per non passare con il mondo”.