“Come è difficile lasciarsi amare davvero!”. Lo ha esclamato il Papa, al termine dell’omelia pronunciata durante il rito per la Riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione individuale, celebrato ieri pomeriggio nella basilica di San Pietro. “Vorremmo sempre che qualcosa di noi non fosse legato a riconoscenza, mentre in realtà siamo debitori di tutto, perché Dio è il primo e ci salva totalmente, con amore”, l’analisi di Francesco. L’esempio citato è quello di Pietro, che dopo averlo rinnegato per tre volte “si confronta ora con la carità del Signore e finalmente capisce che lui lo ama e gli chiede di lasciarsi amare. Pietro si accorge che aveva sempre rifiutato di lasciarsi amare, aveva sempre rifiutato di lasciarsi salvare pienamente da Gesù, e quindi non voleva che Gesù lo amasse del tutto”. “Chiediamo ora al Signore la grazia di farci conoscere la grandezza del suo amore, che cancella ogni nostro peccato”, l’esortazione finale: “Lasciamoci purificare dall’amore per riconoscere il vero amore!”.
Dopo il prolungato momento di silenzio per l’esame di coscienza che ha fatto seguito all’omelia, le litanie e la recita del “Padre Nostro” il Papa ha lasciato “la sua postazione” a lato dell’Altare della Confessione per dirigersi a piedi verso la zona dove sono ubicati i confessionali, gli altari laterali. Di buon passo si è diretto verso uno di essi per inginocchiarsi davanti al suo confessore, intorno alle 17.30. Dopo una decina di minuti, ricevuta l’assoluzione, è diventato lui stesso il confessore di alcuni penitenti. È il cuore della liturgia penitenziale, introdotta dall’inizio del Pontificato per il venerdì che precede la quarta domenica di Quaresima.