Si ripeterà nella notte tra sabato 17 e domenica 18 marzo la “processione silenziosa” che ogni anno attraversa il centro di Amsterdam per commemorare il miracolo dell’ostia: era il 15 marzo 1345 quando un uomo gravemente malato ricevette l’unzione degli infermi e la comunione. La mattina dopo, però, tra le ceneri del fuoco dove era stato buttato quanto l’uomo aveva vomitato durante la notte, fu trovata l’ostia intatta. Tanto più straordinario fu il fatto che, dopo che per due volte l’ostia fu riportata alla parrocchia, la particola fece miracolosamente ritorno alla casa del malato.
Processione e venti messe. E così sabato, in un cammino di circa un’ora, percorso al buio, in silenzio, senza alcun simbolo o segnale, i gruppi di fedeli che per l’occasione giungono da tutto il Paese, rifaranno il tragitto compiuto dall’ostia in quella speciale circostanza, meditando quest’anno sul tema “Eucarestia è vita”, spiega al Sir Jeroen Brenninkmeijer, responsabile da questa edizione del Comitato organizzatore, completamente rinnovato. “Offriamo ai pellegrini l’immagine dei discepoli di Emmaus e suggeriamo l’idea del rendimento di grazie, che non è mai auto-evidente, ma deve essere riscoperto nella vita. Poi i singoli gruppi a volte decidono intenzioni particolari di preghiera”. Nelle chiese del centro città saranno celebrate circa venti messe in quella serata;tradizione vuole infatti che i pellegrini partecipino alla messa prima della processione.“È anche il primo anno in cui abbiamo organizzato un seminario aperto il mercoledì precedente (14 marzo), la conferenza di Elsenburg, dal nome di una famiglia olandese che per quattro generazioni, dall’inizio di questa tradizione nel 1881 è stata attiva nell’organizzazione. I posti sono andati esauriti” e questo incoraggia.
Tradizione storica. La particolarità di questa processione è il suo essere diventata “silenziosa”. “Per un lungo periodo il cattolicesimo ad Amsterdam è stato proibito, le chiese rese invisibili e vietate le processioni pubbliche, con paramenti, stendardi e immagini”, racconta Brenninkmeijer. “La gente ha però continuato a rendere omaggio a questo miracolo camminando in silenzio nel cuore della notte, per evitare un’eccessiva visibilità. Quando il cattolicesimo è tornato a essere riconosciuto, a metà del XIX secolo, la tradizione ha ripreso grande vigore ma si è continuato a mantenerla silenziosa”.“Il numero di partecipanti è andato crescendo fino agli anni ’60, con un picco nel 1956, l’anno in cui la Russia invase Budapest, quando furono 90mila i partecipanti”.In quell’anno la processione silenziosa “era stata vissuta anche come protesta contro l’oppressione”.
Nel quartiere a luci rosse. Spiega Brenninkmeijer che “gruppi da tutta l’Olanda si organizzano per arrivare ad Amsterdam, con treni e bus, partecipano a una delle messe e poi s’incamminano, tra le 22.30 e le 2.30 circa della notte. Il centro di Amsterdam a quell’ora del sabato è super affollato, ogni anno di più, e la processione lo attraversa, passando anche per il quartiere a luci rosse, dove le strade sono molto strette. E a volte è complesso per i gruppi restare uniti e percorrere la strada”. Prima di essere presidente del gruppo organizzatore, Brenninkmeijer, 46 anni, padre di tre figli e una vita lavorativa nel mondo della finanza, faceva il volontario per aiutare i pellegrini ad attraversare le strade del centro.
Il rispetto dei tassisti turchi. “C’è molta sorpresa e tante domande nei passanti che vedono questo evento religioso. Poiché anche i volontari vogliono che si custodisca più possibile il silenzio e che i gruppi non si disperdano, sono a disposizione per i curiosi materiali che spiegano che cosa sta avvenendo. Ma c’è tanto rispetto e meraviglia di fronte a questa tradizione così antica.
C’è chi manifesta un po’ di disagio, chi cerca di avvicinare i gruppi e fare domande, c’è chi si sente interpellato.
Quest’anno abbiamo anche distribuito negli alberghi e ristoranti e locali delle strade che percorriamo dei volantini per chiedere attenzione e rispetto. Chi mostra tanto rispetto e stima sono i taxisti marocchini e turchi, sorpresi per una tale manifestazione pubblica della fede in un popolo che loro pensano abbia perso Dio”.
Una Chiesa che invecchia. È forse la tradizione religiosa più grande nei Paesi Bassi. “Chi è ancora cattolico, in quel momento si sente più incoraggiato e attratto dal senso di comunità che lì si percepisce. È coinvolgente anche il fatto che la partecipazione al pellegrinaggio sia di fatto organizzata a livello locale, dalle parrocchie o diocesi”.I numeri però sono in calo negli ultimi anni; quest’anno sono attesi circa 5mila pellegrini, ma non ci sarebbe da stupirsi se nei prossimi dieci anni dimezzasse ancora.La Chiesa cattolica infatti sta invecchiando: “Nella provincia ecclesiastica di Amsterdam, l’80% delle persone che oggi vanno in Chiesa hanno più di 65 anni. Significa che tra dieci anni… Mantenere viva la tradizione è tanto più importante ogni anno di più”.
Il programma per i giovani. “Stiamo cercando di proporre tante iniziative per custodirne il significato e l’esistenza anche tra le generazioni giovani, coinvolgendo altre realtà cattoliche. Abbiamo pubblicato una ricerca storica sulla marcia silenziosa e sul suo significato per la città di Amsterdam; ora è in corso di traduzione e sarà pubblicato dall’Università di Notre Dame” (Indiana, Usa). “I vescovi olandesi sostengono la marcia e la maggioranza di loro vi partecipa”. Per i giovani invece c’è un programma particolare che inizia alle 19.30 e prevede testimonianze, musica, gruppi di confronto su vari temi, spazi di silenzio e possibilità di confessione. Alle 22 il vescovo di Amsterdam, mons. Jos Punt, delegato per la pastorale giovanile, presiede la messa per loro e alle 23 inizia la processione silenziosa. Sono sempre 250-300 i giovani, che arrivano un po’ dappertutto. “Nel tempo la processione si è aperta anche alle persone non cattoliche, in particolare le persone impegnate ecumenicamente si sentono accolte in questa iniziativa”.A mancare è un po’ la generazione 40-60enni, quelli che non hanno più un impegno religioso attivo.Alcuni sentono il coinvolgimento nella marcia silenziosa, forse proprio perché è silenziosa e segna un contrasto così forte con la vita notturna di Amsterdam. Altri se ne sono allontanati, anche in segno di rifiuto rispetto a quanto avevano fatto i loro padri. Se però “il coinvolgimento passa attraverso un invito personale, ritornano”.