“Educazione e cambiamenti sociali ed ecclesiali. L’Azione cattolica dal secondo dopoguerra al Concilio”: questo il tema assegnato ad Angelo Gaudio (Università di Udine) al convegno in corso in Università Cattolica a Milano. Dopo la relazione di Luciano Caimi, che aveva affrontato il profilo educativo dell’Ac tra la seconda metà dell’800, il fascismo e la fine della guerra mondiale, Gaudio ha indicato i passaggi essenziali dell’impegno formativo dell’associazione laicale nel mutato contesto post-bellico e negli anni della ricostruzione. Il relatore ha fra l’altro affermato che in Ac “si rifletteva su come educare a una consapevole attenzione alla società umana nella quale i giovani erano chiamati a vivere e a ricoprire essi stessi un modello di bene comune che potesse far sintesi tra realtà immutata e mutamento”.
Fra i punti segnalati: “mantenere la logica della formazione strutturata ma pensare percorsi più agili e capaci di stare ‘in mezzo al popolo’”; “porre la vita associativa e non solo gli ‘incontri’ alla base della dinamica formativa dell’Ac”; rilanciare il peso della formazione individuale; “mantenere la centralità della vita parrocchiale ma imparare ad attivare progetti, e non nuove strutture, anche all’esterno facendosi carico delle urgenze formative della comunità ecclesiale e sociale (formazione dei genitori, formazione alla mondialità, formazione politica)”. Ancora: “valorizzare, in linea con la storia dell’Ac, i nuovi media e i nuovi linguaggi” e “valorizzare al meglio la struttura associativa per sostenere la formazione dei responsabili”.