CUPRA MARITTIMA – “È l’approccio ricorrente dell’industria hollywoodiana nel raccontare la storia di Gesù sul grande schermo: una messa in scena sontuosa e spettacolare, affidata però a uno sguardo superficiale su situazioni e personaggi. Una soluzione che ritroviamo pienamente nel film ‘Maria Maddalena’ di prossima uscita”, così Massimo Giraldi, presidente della Commissione nazionale valutazione film della Cei, che ha visto in anteprima il film “Maria Maddalena”. Diretto dal regista Garth Davis – noto al grande pubblico per il family drama “Lion. La strada verso casa” nel 2016 –, “Maria Maddalena” ha come protagonisti i divi hollywoodiani Rooney Mara, appunto nel ruolo della Maddalena, e Joaquin Phoenix, nelle vesti di Gesù.
“Non è un caso – riconosce Massimo Giraldi – che la distribuzione del film abbia scelto tale mese per l’uscita in sala, a poche settimane dalla Pasqua. Il film ‘Maria Maddalena’, infatti, ben si inserisce nel clima di riflessione sulla vita e la morte di Gesù. L’opera ci racconta del cammino di Cristo verso la Croce attraverso lo sguardo della Maddalena. E qui indubbiamente c’è la componente di originalità del racconto, per la prospettiva narrativa scelta, quella di Maria Maddalena, non troppo percorsa in passato nella storia del genere”.
È un racconto “bello, pulito e persino smaltato nella composizione dell’immagine”, prosegue Giraldi, “ma che, man mano che avanza, rischia di perdere in intensità a favore di un’atmosfera fin troppo suggestiva”. Con questo però, aggiunge il presidente della Cnvf, “non si vuole sminuire il pregio dell’opera – anzi, sarebbe bello avere più titoli sull’argomento – ma non si può neanche non registrare, alla luce di un filone consolidato in ambito cinematografico, ovvero il cinema cristologico, che ‘Maria Maddalena’ scelga la via forse più facile di accostarsi alla Croce, esaltando la componente visiva ma rischiando di perdere di vista la profondità della vicenda, la problematicità e insieme la ricchezza della storia narrata. Un film che dal punto di vista pastorale può essere valutato come complesso, problematico e certamente adatto per dibattiti e approfondimenti sul territorio”.
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