“Sono molti i bambini malnutriti a causa di una grave carenza di cibo e materiale medico nella città di Douma – Ghouta orientale – dove, mentre proseguono le negoziazioni per un accordo di riconciliazione, decine di migliaia di civili restano nell’area sotto al controllo dell’opposizione”. Lo denuncia oggi Save the Children, ricordando che le organizzazioni locali continuano a fornire aiuti porta a porta nei rifugi dove si trovano molti civili in cerca di sicurezza: nell’ultima settimana i partner di Save the Children a Douma hanno raggiunto oltre 1.000 persone al giorno con pasti caldi e hanno fornito cibo ai bambini malnutriti. Molti operatori umanitari e medici, inoltre, sono già fuggiti insieme alle loro famiglie e, secondo le segnalazioni, nella città resterebbero ora solo due medici pienamente qualificati. Save the Children esprime “profonda preoccupazione per la sicurezza degli operatori umanitari e degli altri civili, sia per coloro che restano nell’area del Ghouta orientale, sia per coloro vengono evacuati verso altre zone”. “È essenziale che gli attori coinvolti nel conflitto lavorino con le Nazioni Unite e con il Comitato internazionale della Croce Rossa – sottolinea l’organizzazione umanitaria – per assicurare che tutti coloro che scelgono di rimanere siano protetti da violenza, arresti arbitrari e rappresaglie, così come è cruciale che ai civili che lo desiderano sia consentito di abbandonare le aree in mano all’opposizione. La sicurezza dei civili, inoltre, deve essere garantita anche nelle aree verso le quali fuggono: a Idlib, dove migliaia di famiglie sono state evacuate nel corso delle ultime settimane, un significativo incremento di attacchi aerei mortali ha condotto alla morte di bambini e operatori umanitari”. A febbraio il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite ha approvato la risoluzione 2401 con cui chiede la cessazione delle ostilità per 30 giorni, a livello nazionale. Save the children chiede di “attuarla immediatamente per garantire che gli aiuti raggiungano le persone più vulnerabili”.