Mentre il mondo cattolico ha celebrato la Pasqua il 1° aprile, in alcuni Paesi europei dell’Est – Grecia, Russia, Romania, Serbia, Bulgaria e Macedonia, Ucraina – la festa della Risurrezione è stata vissuta nel mondo ortodosso domenica 8 aprile. Festa vissuta con intensità anche nelle comunità ortodosse dell’Europa occidentale. La differenza nella data non è frutto di divergenze dogmatiche ma è causata dal diverso approccio nel calcolo, sul calendario, del giorno di Pasqua. Di solito le due celebrazioni sono divise da una settimana, ma alcuni anni la distanza può essere di un mese, mentre nel 2017 la Pasqua cattolica e quella ortodossa sono coincise. “Sia la Chiesa ortodossa che la Chiesa cattolica per le celebrazioni del Triduo pasquale attingono dalla tradizione apostolica e, dunque, lo spirito è identico, anche se durante i secoli alcune usanze nella liturgia si sono sviluppate in modo diverso”, spiega al Sir, all’indomani della festa, il teologo bulgaro Stefan Pashov.
La cottura dell’olio del crisma. Il Giovedì santo la Chiesa ortodossa vive la benedizione degli olii santi come nella tradizione occidentale, ma in alcuni anni il crisma viene preparato seguendo la ricetta antica con vino, olio d’oliva, acqua santa e decine di erbe aromatiche. “La cottura dell’olio si fa nei primi tre giorni della Settimana santa, inizia lunedì, di solito dopo la benedizione del patriarca e termina mercoledì – racconta Pashov –. Il tutto è accompagnato da letture e preghiere”.
L’enorme pentolone elettrico è collocato dentro la Chiesa. Una particolarità di questo rito è che solo le Chiese ortodosse autocefale (indipendenti) hanno diritto di cuocere l’olio santo.
Il funerale di Cristo. Una caratteristica delle liturgie ortodosse del Triduo è che iniziano la vigilia del giorno che precede la festa: nella serata del Giovedì santo già si celebrano gli eventi della morte e crocifissione di Gesù. Nel giorno del Venerdì santo invece si svolge il funerale di Gesù Cristo, con una vera e propria liturgia funebre chiamata Opelo. “È una giornata di severo digiuno, solo pane ed acqua mentre alcuni non mangiano niente”, spiega il teologo. Nelle chiese si erge il sepolcro di Cristo, rappresentato da un tavolo, abbellito di fiori e profumi. “I sacerdoti portano dall’altare la cosiddetta ‘Sindone’, immagine su stoffa del Salvatore sepolto”. Inizia l’adorazione della Sindone, “segno della nostra umiltà e dolore di fronte al sepolcro di Cristo ma anche di ringraziamento per la redenzione ricevuta. È una delle liturgie più belle e suggestive”, secondo Pashov, “grazie ai canti delle lamentazioni, eseguite in provincia da donne vestite di nero”.
La discesa del fuoco sacro. La luce di Pasqua con la quale si accendono le candele dei fedeli nei Paesi ortodossi europei arriva da Gerusalemme dove ogni Sabato santo nella chiesa del Santo Sepolcro discende il fuoco sacro. Il patriarca ortodosso di Gerusalemme raggiunge il punto nella cripta dove è situato il Santo Sepolcro e inizia a pregare.
La fiamma illumina le lampade appese sopra il Sepolcro. Allora il patriarca accende gli stoppini delle candele dalle lampade e va incontro ai fedeli.
Una caratteristica di questo fuoco è che nei primi minuti non brucia e non ustiona. La cerimonia del fuoco sacro viene trasmessa in diretta televisiva in Russia, Bulgaria, Grecia e Romania. I rappresentanti dei Paesi ortodossi ricevono il fuoco sacro per trasportarlo immediatamente con degli aerei speciali per la notte di Pasqua.
La veglia pasquale. “La veglia pasquale inizia poco prima di mezzanotte con l’accensione delle candele a luci spente e la proclamazione della Risurrezione. Segue la processione attorno alla chiesa e il saluto ‘Cristo è risorto’ – prosegue il teologo ortodosso –. Poi inizia la vera e propria liturgia pasquale che dura fino alle due o alle tre di notte”, aggiunge, rammaricato dal fatto che “purtroppo la massa dei fedeli se ne va dopo il rito della luce”. Nella notte di Pasqua molte volte si ripete “Cristo è risorto”, cantando il tropario pasquale: “Con la tua morte hai calpestato la morte e hai donato la vita a quelli che giacciono nella tomba”. “Lo scopo è che nessuno rimanga nel dubbio di questo evento incredibile mentre il continuo incensare simboleggia le molteplici apparizioni del Messia ai suoi discepoli”.
Le uova colorate. “Le uova si colorano il Giovedì santo, il primo uovo è sempre rosso in memoria del sangue di Cristo, segno della tomba e della Risurrezione” spiega Pashov a proposito di una delle tradizioni popolari della Pasqua ortodossa. Nei Paesi dell’Est si preparano anche i pani di Pasqua, vari tipi di dolci con canditi, simbolo del corpo di Cristo.
Unica data? La questione della diversa data di Pasqua tra cattolici e ortodossi continua a interrogare molti fedeli.
Già nel 2015 Papa Francesco aveva espresso la disponibilità della Chiesa cattolica a discutere la data della Pasqua
affinché cattolici e ortodossi potessero celebrare nello stesso giorno. Una proposta aperta, ma non facilmente realizzabile. Fra l’altro all’interno del mondo ortodosso ancora non è stato raggiunto il consenso riguardo il giorno del Natale che si festeggia il 25 dicembre in Grecia ma il 7 gennaio in Russia.
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