“Questi attentati avvengono con frequenza sempre più intensa. Da quando è entrato in scena l’Isis, che non ha nulla a che vedere con l’Afghanistan, si è avuto un imbarbarimento della situazione. Azioni come quelle cui abbiamo assistito oggi hanno un carattere diabolico”. Così padre Giovanni Scalese, religioso barnabita al quale Papa Francesco, nel 2015, ha affidato la Missione sui iuris in Afghanistan, commenta così al Sir gli attacchi suicidi oggi a Kabul e a Kandahar, rivendicati dall’Isis, che hanno provocato la morte di 40 persone, molte delle quali bambini e giornalisti. “Mentre i talebani, che sono degli insorgenti, hanno un loro codice morale, per cui gli attacchi sono sempre rivolti verso obiettivi ben precisi di carattere politico o militare, anche se poi ci possono ovviamente essere vittime civili, gli attentati dell’Isis – spiega padre Scalese – hanno come unico scopo quello di seminare il terrore. Le vittime sono per lo più civili. Basti pensare alla ferocia del duplice attentato di questa mattina a Kabul: attendere che si radunino agenti di polizia e giornalisti dopo la prima esplosione, per fare una strage con una seconda esplosione! Azioni di questo genere hanno un carattere diabolico”, afferma il religioso che si dice “molto preoccupato anche per l’incolumità del mio piccolo gregge, in particolare le suore, che sono immerse nella realtà di Kabul senza alcun tipo di protezione, perché da gente di questo genere ci si può aspettare di tutto. Che Dio ci assista! Confidiamo nelle preghiere di tutti”.