“Insegnanti di religione cattolica: sempre più ai posti di comando” è il roboante titolo di un articolo apparso su Left a firma Roberto Grendene. Capiamo che per accaparrarsi clic sia necessario spararla grossa, ma stavolta forse si è passato il limite! A cosa fa riferimeto l’autore dell’articolo? Al fatto che in base al decreto legislativo 62/2017, a partire da questo anno scolastico, i docenti di religione cattolica saranno presenti nelle commissioni per l’esame di terza media. Questa grandissima scalata di potere significa concretamente per gli insegnanti di religione cattolica un carico di lavoro aggiuntivo (rispetto a quello che hanno sempre fatto) che non sarà retribuito. Siamo però alle solite: qualsiasi cosa faccia l’insegnante di Religione Cattolica, è suo destino che debba essere investito da futili e sterili polemiche. Se infatti fino all’anno scorso la lamentela era sul fatto che questi insegnanti lavoravano di meno, essendo esclusi dagli esami di terza media (cosa peraltro non vera, visto che erano comunque coinvolti in altre attività a favore della scuola), quest’anno la polemica è di segno completamente opposta e si borbotta per la loro presenza in commissione!
Il fatto che gli insegnanti di Religione Cattolica faccia quello che fanno gli altri docenti è visto con perplessità dall’autore dell’articolo: “Il quadro è preoccupante. Al posto di una scuola pubblica inclusiva (corsivo nostro, ndr), laica e all’avanguardia si sta consolidando il modello scuola-parrocchia”. Fermiamoci sulla parola “inclusiva”. È possibile che una scuola che si vanti, giustamente, di essere aperta a tutti, appunto “inclusiva”, come si dice oggi, voglia escludere i docenti di Religione Cattolica che, lo ricordiamo, sono una risorsa per la scuola italiana, in quanto, la conoscenza del cattolicesimo è indispensabile per comprendere la cultura italiana, indipendentemente dalle proprie convinzioni religiose?
Osserva ancora l’autore dell’articolo: “Ci troviamo di fronte a una situazione surreale: il prossimo giugno un docente scelto dal vescovo giudicherà anche studenti i cui genitori hanno espressamente chiesto di tenerli alla larga dal suo insegnamento confessionale? Oppure si aprirà un balletto di insegnanti a seconda degli studenti da esaminare per l’esame di terza media? Dentro l’insegnante di religione, poi dentro quello di alternativa, poi fuori entrambi e commissione temporaneamente con un componente in meno se lo studente non ha seguito né l’una né l’altra materia?”. Ovviamente gli insegnanti di Religione Cattolica presenzieranno e si esprimeranno in merito solo per gli alunni che si avvalgono di tale insegnamento. L’ultima domanda che pone Roberto Grendene allude a una potenziale discriminazione per gli alunni che non si avvalgono dell’Insegnamento della Religione Cattolica, né hanno scelto di frequentare l’attività alternativa. Ma la domanda potrebbe essere capovolta: non sono stati fino ad ora discriminati gli alunni che hanno scelto di frequentare l’ora di religione e fino ad oggi non hanno visto agli esami l’insegnante che li ha accompagnati, come gli altri docenti, per tre anni?
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