Ricordando la figura di Aldo Moro, il cui corpo fu ritrovato proprio il 9 maggio di 40 anni fa, ma anche quella di Peppino Impastato, ucciso nello stesso giorno, il sindaco Piunti ha voluto accomunare le due figure come vittime di organizzazioni diverse (terrorismo e mafia) che però pensarono così di eliminare due simboli della legalità e delle istituzioni democratiche.
Non sono mancati accenni ai risvolti locali del fenomeno terroristico: “Ricordare le vittime del terrorismo a San Benedetto – ha infatti detto Piunti – è due volte doveroso, sia per la giornata nazionale istituita dal Parlamento, sia perché quella storia è passata di qui non marginalmente, coinvolgendo tanti giovani di allora, fino a diventare purtroppo cronaca nazionale ed oggi memoria di un passato doloroso, non completamente rischiarato da piena luce circa dinamiche e responsabilità”.
“Lo Stato italiano – ha proseguito Piunti – ha saputo sconfiggere il terrorismo grazie all’impegno e all’intelligenza di uomini straordinari come Carlo Alberto Dalla Chiesa, che iniziò peraltro la sua carriera nell’Arma dei Carabinieri a San Benedetto. Noi però abbiamo il dovere di non dimenticare, per noi stessi e per i nostri giovani, i quali hanno il diritto di sapere – ha concluso – per non perdere mai la speranza di lottare ed impegnarsi per una società più giusta, dove la violenza non abbia cittadinanza”.