SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Gioco di squadra e cultura della legalità, sono gli elementi fondamentali dell’attività svolta all’ISC Sud, per prevenire ed affrontare bullismo e cyber bullismo, attraverso il progetto pilota “Il patentino della doppia legalità” attuato grazie alla sensibilità del dirigente scolastico Ado Evangelisti in collaborazione tra la scuola secondaria di primo grado “Cappella” e offerto in forma completamente gratuita dalla Lega delle Autonomie Locali Marche. Lo slogan di questo progetto potrebbe essere “Come vincere la partita con il bullo senza giocarla”, un metodo didattico multidisciplinare che prevede l’interpretazione da parte degli studenti di una storia a puntate messa in scena attraverso la recitazione a gruppi sul palcoscenico dell’Aula Multimediale Nicola Miscia.
I ragazzi attori rappresentano gli “Ausiliari di Vicinanza” che consentono al docente di gestire la classe instaurando un clima emotivo partecipativo di squadra, utile ad evitare che possano manifestarsi potenziali bulli. I principi di base, sui quali stanno lavorando il direttore del progetto Cesarino Caioni, la psicologa Roberta Vitelli ed il IV Dan di karate Lorenzo Castricini, si sviluppano seguendo le quattro linee guida della disponibilità, fiducia, solidarietà e vicinanza.
In collaborazione con l’Istituto rappresentato dai docenti Raffaele Sinibaldi, referente per il Cyber bullismo, Mara Cittadini, Massimo Conti e Denis Moriconi, si vuole promuovere la legalità come prevenzione e tutela dell’individuo e dell’ambiente. In questo modo l’azione di squadra è estesa a diversi soggetti-partner, che dagli studenti, tramite i docenti fino ad arrivare ai genitori, condividono le proprie potenzialità, esperienze e abilità, in modo di anticipare ed affrontare in maniera positiva eventuali problematiche di bullismo.
In quest’ottica, per la seconda volta dall’inizio del corso, si sono riuniti presso la scuola Secondaria di Primo Grado “Cappella” di Porto D’Ascoli, genitori e docenti con gli studenti della classe pilota del progetto, per verificare ed ottimizzare lo spirito partecipativo ed operativo che sta creando le condizioni per tessere la rete collaborativa necessaria per crescere insieme. Durante l’incontro i formatori hanno promosso un dibattito anche sui recenti fatti di cronaca nazionali. Interessanti gli interventi dei ragazzi, che hanno mostrato una forte capacità critica, ad esempio sottolineando come il restare in silenzio o peggio riprendere atti di Bullismo con il telefonino sia da considerarsi come una manifestazione di complicità con il bullo ed i suoi amici. I formatori hanno illustrato la parte del progetto riservata alla tutela della persona in palestra attraverso la protezione consapevole di squadra, vale a dire l’attivazione di azioni programmate in caso di rischio, pericolo o minaccia attraverso l’interazione tra mente, corpo e tecniche di difesa. Questo nuovo modello pratico-operativo è insegnato ai giovani in palestra e coinvolge anche docenti e genitori, soprattutto perché prevede che i ragazzi debbano in caso di necessità rivolgersi ad una figura che possa intervenire per dare loro supporto e sicurezza.
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