“Facciamo appello ai leader religiosi, agli accademici e ai seguaci delle nostre religioni a costruire ponti, a unire le nostre mani con tutte le persone di buona volontà per contribuire a costruire la pace nel mondo di oggi e di domani”. È quanto scrivono leader, accademici e seguaci praticanti del cristianesimo e delle religioni del Dharma (buddhismo, induismo, giainismo e sikhismo), provenienti dall’Italia e dall’estero, in una dichiarazione congiunta diffusa al termine di una conferenza che si è tenuta ieri a Roma dal titolo “Dharma e Logos. Dialogo e collaborazione in un’epoca complessa. Buddhisti, Cristiani, Indù, Giainisti e Sikh”. Si tratta della prima conferenza di questo tipo che si tiene in Italia ed è stata preparata da una serie d’incontri che si sono svolti per un lungo periodo di tempo con la partecipazione di membri del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, dell’Unione induista italiana, dell’Unione buddhista italiana, del Sikhi Sewa Society e dell’Istituto di Studi Giainisti di Londra e dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana. Nella dichiarazione i leader religiosi palano di “un clima cordiale” e di “una esperienza di arricchimento e di apprendimento”. “Il fatto stesso del nostro incontrarci in uno spirito di amicizia e rispetto è un segno del nostro comune desiderio di manifestare che il dialogo e la collaborazione sono possibili in questa epoca complessa. Siamo coscienti che la ricerca del pacifico benessere di tutti è una testimonianza dei nostri rispettivi credo religiosi e, allo stesso tempo, una nostra convinzione condivisa”. “Questioni complesse e gravi sfide affliggono il nostro mondo attuale”, si legge nella dichiarazione. “Crediamo che i tesori spirituali delle nostre tradizioni religiose e della comune solidarietà umana devono rappresentare un aiuto per superare le prove di questo nostro tempo”. L’incontro di Roma “ha contribuito in modo significativo ad approfondire il rispetto, la comprensione e la cooperazione reciproci”. Per questo i leader religiosi sottolineano “l’importanza e la necessità di aumentare il nostro impegno nel dialogo comune e nella collaborazione reciproca, nello spirito dell’amore e della verità, rimanendo profondamente radicati nelle nostre rispettive tradizioni religiose per essere in grado di affrontare in modo efficace le sfide dei nostri tempi e costruire una cultura dell’incontro e del dialogo”.
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