C’è un clima di grande attesa nella parrocchia dei Santi XII Apostoli di Roma e nella comunità dei Frati minori conventuali che oggi, alle ore 18.30, accoglieranno Sua Santità Bartolomeo, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, per un momento di preghiera e la venerazione delle reliquie degli apostoli Filippo e Giacomo. La Basilica, retta dai Frati minori conventuali e situata a poca distanza da piazza Venezia, custodisce infatti le reliquie dei santi Filippo e Giacomo il Minore, apostoli di Gesù Cristo ed entrambi martirizzati. La visita del Patriarca ortodosso – si legge in una nota – è frutto di un percorso avviato nell’aprile del 2016 quando il parroco fra Agnello Stoia, di concerto con fra Marco Tasca, Ministro generale dell’Ordine dei Frati minori conventuali, avviò le procedure per effettuare una ricognizione canonica sui resti dei due apostoli, conservati dal 560 nella basilica romana. L’ultima ricognizione risaliva al 1873 quando il ritrovamento delle reliquie permise di dare loro una nuova sistemazione nella cripta. La nuova ricognizione, dopo circa 150 anni, è stata necessaria per la forte umidità presente nell’area di sepoltura che avrebbe potuto comprometterne seriamente lo stato di conservazione. La ricognizione, durata otto mesi, ha consentito di sottoporre le reliquie ad adeguati trattamenti così come a moderne analisi che hanno fornito ulteriori informazioni. Da quel momento in poi si sono aperte quelle che fra Agnello Stoia definisce le “vie degli apostoli”, attraverso significativi viaggi delle reliquie in varie parti del mondo e con un costante flusso di pellegrini diretti a Roma a pregare sulla tomba dei due apostoli. In questo tempo la basilica dei Santi XII Apostoli è divenuta un vero e proprio ponte tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Oriente. E proprio nel corso di un viaggio a Smirne, nel maggio dell’anno scorso, una delegazione di frati consegnò due reliquie dell’apostolo Filippo all’arcivescovo della Chiesa Cattolica, mons. Lorenzo Piretto, e al patriarca della Chiesa ortodossa Bartolomeo, rivolgendogli l’invito a venire a pregare in questa Chiesa sorella. Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa innalzeranno quindi la loro preghiera dinanzi alle “vivificanti reliquie” di Filippo e Giacomo. Una sottolineatura che sta molto a cuore a fra Stoia che ricorda di essere rimasto stupito dal ripetuto utilizzo di questo termine da parte di Bartolomeo. “Un aggettivo – sottolinea – che noi latini attribuiamo allo Spirito Santo: Dominum et vivificantem. Ma egli, appellandosi alla tradizione teologica ortodossa, spiegò che il santo Nicola Cabàsilas nella sua Vita in Cristo scriveva che quando i santi sono in vita Cristo è in loro, così come vi rimane dopo la morte, non abbandonandone le spoglie ma permettendo di trovare il Salvatore nelle ossa dei santi”.