Alla bordata risponde sul suo profilo facebook don Dino Pirri, Parroco della chiesa Madonna della Speranza di Grottammare: “Nel programma del #M5S per le amministrative di Grottammare compare l’espressione “manifestazioni pretigne”. Da prete mi sono sentito offeso. Forse una leggerezza, ma leggere la parola che definisce ciò che sono, ridotta a un termine dispregiativo mi ha ferito”. Sottolinea giustamente il religioso: “Ovviamente non entro nel merito del programma”. E conclude domandandosi: “Ma perché per affermare le proprie idee bisogna denigrare gli altri? Qualunque idea sia. Chiunque siano gli altri”. Aggiungiamo: gli esponenti del Movimento 5 Stelle si sarebbero mai permessi di rivolgersi verso un imam o un rabbino con espressioni simili? Giustamente, crediamo di no. E allora perché devono avere questo atteggiamento contro i preti cattolici?
Ci permettiamo di aggiungere che a destare perplessità è anche l’uso improprio della parola “medioevo”, usata come sinonimo di grettezza e arretratezza culturale. Non solo il medioevo è il tempo in cui sono sorti giganti come Benedetto da Norcia, Francesco d’Assisi, Dante e Giotto, non solo è il tempo in cui sono nate istituzioni quali le università e gli ospedali e i liberi Comuni, ma è anche il tempo in cui si è sviluppato il caratteristico borgo del Paese Alto di Grottammare che ogni anno richiama proprio nella Perla dell’Adriatico centinaia e centinaia di turisti. Infine è anche il tempo in cui si è svolto l’episodio che proprio quest’anno verrà rievocato durante la Sacra Giubilare, ovvero l’ammaraggio di fortuna di Papa Alessandro III sul litorale Grottammarese, avvenuto a causa di una terribile tempesta scatenatasi nel 1175. Le parole dei 5 Stelle stridono dunque con la storia, con la religiosità, con la cultura e con il folclore della Città di Grottammare.
Replica la candata sindaco del Movimento 5 Stelle Alessandra Manigrasso: “La frase riportata nel nostro Programma elettorale, in specifico nel capitolo riguardante la cultura, non intendeva essere offensiva verso chi indossa un abito talare né verso la religione professata e sono dispiaciuta che sia arrivato questo tipo di messaggio. È invece diretta verso tutte quelle persone che vivono la cultura, partecipano le manifestazioni culturali in maniera bigotta e servile. Siamo pronti e disponibili ad ogni forma di collaborazione, confronto costruttivo e fattivo che da sempre contraddistingue il movimento e la mia persona”.